Viktoryia non sapeva come alleggerire il cuore di Eliot, si sentiva inutile.
Per la seconda volta quel giorno si trovò a dire “il dolore va bene, il dolore non è una cosa da evitare, vuol dire che prima qualcosa ti ha reso felice, questo è il lato buono della tristezza, ti fa sentire vivo, umano.”
Ma sapeva che questo non sarebbe bastato.
La Golova Volka era morta, anche se… in realtà lei sperava che fosse solo una cosa temporanea, sperava che alla fine.. puf, sarebbe ricomparsa.
Ma non poteva metterci la mano sul fuoco.
La Zarina l’aveva sempre intimorita, ma l’ammirava, allo stesso tempo così risoluta e passionale, era coinvolgente, era proprio lei ad averla ispirata a diventare krovimante, la osservava da lontano rinvigorire il fisico dei suoi compagni, rendere il suo sangue un ricettacolo mistico, cazzo è fichissimo!!!!!
Ma adesso non poteva più insegnarle niente…
***
Era seduta sul letto ad osservare il sole tramontare su Port Anchor quando Hari entrò nella stanza sedendosi accanto alla sorella.
“So come ti senti Vivi, ti capisco.. avrei voluto dirle tante cose.. forse se parlassi con Jagosh”
“No Hari.. non farlo.. so che tu e Eliot ne avete parlato ma davvero è il caso di appesantire ancora di più il fardello che si porta sulle spalle?”
“Ma se ne parlasse con noi..”
“Lo farà se lo riterrà apportuno, a volte si fanno delle scelte che altri non condividono, nonostante siano state fatte per il loro bene, o almeno quella è l’intenzione.”
“Mmm” il mugolio del fratello le fece capire che forse non era pienamente d’accordo con lei ma lasciò cadere la questione quando vide uno scudo di legno appoggiato alla parete.
“Vivi ma quello?”
“Era del nonno” rispose la ragazza sorridendo “mi allenerò per poterlo portare alla ventura.” “Non so se nostro padre sarà contento..”
“Non mi importa, sarò più utile se riuscirò a difendermi da sola.”
“Non siamo riusciti a difenderla Vivi… poteva andare diversamente? Non faccio che tormentarmi su questa cosa..”
“La Zarina ci prenderebbe a schiaffi se ci vedesse piangerci addosso in questo modo”
I due risero amaramente per poi tornare ad esser cupi come il crepuscolo che stava giungendo piano ma inesorabile.
Viktoryia ruppe il silenzio.
“Era una grande donna, sotto nei sotterranei con lo Zar, lei non aveva paura, lei non vedeva un mostro ma un uomo, un grande uomo, erano fatti l’uno per l’altra, chissà dove sarà adesso..” “Vedrai che lo rivedremo” rispose Hari.
In quel momento entrò Eliot nella stanza per dirci che la cena era pronta, Vivi le fece segno di sedersi accanto a loro nel letto.
Si strinsero tutti e tre in un silenzioso abbraccio che fu rotto dalle parole ferme di Viktoryia. “Qualsiasi cosa possa succedere siamo una famiglia e non ci separeremo mai, tenete queste”-la ragazza diede a ciascuno una collana-“le ho scelte personalmente e ho fatto mettere in ciascuna una goccia del mio sangue, perché voi siete parte di me”.
Hari e Eliot le sorrisero sorpresi e commossi la strinsero in un abbraccio.
“E ricordate”-continuò la ragazza-“siamo lupi, andremo sempre a testa alta e mai con le orecchie abbassate”.
***
“Viktoryia se ti azzardi a venire in prima fila giuro che ti strappo i capelli!!!”
La voce di Valeriè fece sobbalzare Viktoryia che era concentrata ad osservare i movimenti di Diego per cercare di pararsi dai colpi delle sue spade.
“Vivi è l’ora della siesta per favore! Ho dormito solo 2 ore dopo pranzo!!! Perfino Shiva dovrebbe vietare una cosa cosi abominevole!!”
Era tutto il pomeriggio che si allenavano e, nonostante i consigli della bella valdemarita, Viktoryia perdeva sempre.
“Devi essere più concentrata, lo scudo è un’estensione del tuo braccio!” Urlò Valeriè concitata. Davanti a sé un Diego pavoneggiante stava cercando di colpirla ai cosiddetti “garretti”. Un’estensione del mio braccio, pensava Vivi, forse aveva capito.
In un lampo la khartasiana diede un colpo di spada sul fianco sinistro dell’avversario, il quale naturalmente si difese con il braccio d’arme, subito dopo la ragazza gli diede un colpo con lo scudo in pieno volto facendolo cadere a terra allibito e dolorante.
“Vivi che diamine fai???” Esclamò l’erigassiano massaggiandosi la guancia colpita.
“Se lo scudo è un’estensione del mio braccio ti ho appena dato un sinistro in faccia.”
Disse fiera la ragazza.
Valerié si stava sbellicando dalle risate mentre Diego si rialzava allo stesso tempo divertito e indispettito.
“Questi khartasiani sono matti!MATTI!!!”