Mentre leggeva le ultime volontà della Frenhines, stentava a credere al cartiglio che stringeva fra le mani, eppure le parole vergate dalla penna riportavano lo stesso tratto veloce ed elegante della mano di Logan, si asciugò le lacrime che le rigavano il volto, intanto la coda dello sguardo catturava l’immagine di Aiden afferrato al collo dal loro Bùnaidh. I toni alti della colluttazione si confusero con i suoi pensieri, rimase sospesa in quell’attimo, il ricordo della mattina le stringeva il cuore. Avrebbe voluto abbracciarla e salutarla come una cugina, ma sebbene fossero state legate nell’affetto dopo il matrimonio con Garreth, Logan rimaneva pur sempre la sua Duchessa e lei le rivolse un timido saluto da lontano, accompagnato da un sorriso di speranza. “La rivedremo nella luna della Luce del Nord” aveva detto a qualcuno, parole che adesso le bruciavano in petto. La ragione tornò lentamente, quando riprese a guardarsi intorno, altri dei suoi compagni tentavano di spiegare invano l’accaduto a Lady Olivia, si voltò e vide il suo sposo, ma era ancora il suo sposo o non lo era mai stato?
Il ciondolo d’argento con l’effigie della quercia pendeva al suo collo, tirò un respiro: quello che le era mancato nell’attimo precedente. Afferrò il suo braccio e lo tirò a sè:
“Garreth tu mi credi?” non lo avrebbe fatto con nessun altro, ma a lei avrebbe dato ascolto, lo sapeva, ne era certa. Lo guardò dritto negli occhi mentre gli poneva la domanda, cercando un consenso che non arrivò. Mezzo giro di clessidra, lungo quanto un anno intero, i loro occhi persero il contatto, lo sguardo di lui si abbassò nel vuoto….per poi ritrovare quello di lei…
“Io ricordo bene, siete tutti confusi” le rispose appena.
“Io non sono confusa!” non se lo aspettava, lui doveva crederle, perchè la guardava con compassione?
“…forse tra qualche giorno. Adesso torniamo al Bastione…”
“Come faccio a spiegarti che nel passato è stato cambiato il futuro, che adesso è un passato diverso?”
“Credi che sia confusa? Che mi abbiano drogata o peggio incantata? ERA QUI STAMANI GARRETH!!”
“Stamani c’eravamo io e Lady Olivia…”
“Che un passato diverso ha portato un presente a me ignoto…”
La rabbia, il dolore, la delusione l’avevano pietrificata, non piangeva più, non aveva altre parole ragionevoli, non sentiva che il vuoto crescere nel petto. Garreth le mostrò l’anello “Questo lo ricordi?”
“Sì, lo ricordo, ma quello che mi ferisce è che tu non possa ricordarla al nostro matrimonio… la sua benedizione… la sua gioia”
Le parti sembravano essersi invertite, adesso la donna compativa l’uomo che aveva gli occhi velati da un’insolita tristezza e comprese il tesoro prezioso che custodiva nel cuore: i ricordi di quel tempo che non esisteva più.
Sull’imbrunire tutte le delegazioni erano pronte per il ritorno, i vicoli colorati e pittoreschi di Ogmadh non sembravano tanto ospitali come al mattino, un marchio indelebile avrebbe accompagnato il ricordo di quel borgo, probabilmente non vi avrebbe messo più stivale. Cercò un cavallo, chiese ad Aiden di prendere il suo posto accanto al marito, seduto sul primo di quattro carri al seguito, ma anch’egli si rifiutò, preferendo la compagnia di Lady Kaireen, sul secondo.
La sensazione di essere fuori luogo non era un sentimento che provava soltanto lei, comprese bene il bisogno di allontanarsi dagli sguardi di circospezione che venivano rivolti loro coram populo. Non ci pensò troppo, affiancandosi ai due amici, attese il comando del Lord per la partenza.
“Dov’è mia moglie?”
“Dietro, mio Signore” rispose il giovane soldato.
Il volto del colonnello si contrasse in una smorfia triste…
“Porta questo maledetto carro lontano da qui, subito!”
Queste furono le uniche parole del marito che udì quella sera, il resto del tempo lo trascorse fissando un punto imprecisato della sella, tra il pomo ed il quartiere.
Davanti ai suoi occhi sempre fissa la Duchessa seduta, con l’arto meccanico rimosso, Lady Olivia mentre la sosteneva, il suo saluto colmo di fiducia.
E la stele.
Solo una stele.
E le lacrime.
Le lacrime di tre ducati.
Dall’Est Vallo, alle Cime Guardiane, fino al deserto…
Il tempo quindi non aveva più ragione d’essere, poteva essere distorto, rimodellato? Quel passato non esisteva più… un futuro che sarebbe esistito se non come doveva essere in quel presente e lo stesso… era un istante di separazione tra due vite contigue.
Non ci capiva più niente, eppure guardandosi intorno, quel momento le era stranamente familiare…
Più volte il nobile Cavaliere aveva tentato di intessere qualche tipo di discorso, ma veniva puntualmente ignorato, almeno dalla giovane Thane che accompagnava.
Sentiva il peso del dolore che stentava a nascondere, ma le sarebbe rimasto accanto finché le loro ferite non fossero diventate cicatrici, finché lei glielo avrebbe permesso. Ripensò alle parole di Abigaille…
“Noi abbiamo avuto un anno in più al suo fianco, gioiamo almeno di questo…o del suo ricordo stamane… lei aveva fiducia in tutti noi!“
Poi con tocco lieve carezzò l’orso in rilievo sul ciondolo, lo strinse nel pugno e sussurrò appena “Virtutis Gloria Merces” portandolo al cuore.
Lady Kaireen Thane del sept Lothbrok viaggiava con il clan Kerr verso il Bastione di Oldmory, ogni tanto si voltava verso l’amica che le cavalcava al fianco, lunghi sguardi d’intesa legavano i loro pensieri, la nobile bruna stringeva un panno scuro fra le mani, un piccolo fagotto che le era prezioso quanto fatale.
“Voleva aiutarci, lo so, io questo LO SO… ma adesso è perduto ed io…”
“Il tempo è come un fiocco di neve…” Aiden cercò di riportarla fra loro “Scompare… mentre cerchiamo di decidere cosa farne”.
“Il tempo è solo un’illusione Sir Aiden… finché non fermeremo il Dogma, il tempo sarà sempre e solo un’illusione.”
“Troviamo la forza” si intromise Abigaille “Almeno noi tre… ve ne prego. Appena arrivati al Bastione ci organizzeremo. NOI. Soltanto noi… e qualcun altro fidato. Vi farò sapere dove incontrarsi e quando, ma per adesso… ingolliamo il rospo” sembrava molto seria mentre parlava, sorrise spronando il cavallo e si portò alla testa della carovana che procedeva lenta nel buio della notte.
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