Del miglioramento della razza umana
Appendice sulle cure mistiche
Giorno 14 della terza luna della stagione di Ronan anno 2967
Artemisia Rododendro Blanchfort
Impurità piccole come semi di papavero venivano quasi lanciati fuori dalla ferita attraverso una schiuma sfrigolante che si era formata subito dopo aver toccato l’animale.
Era stata una vera fortuna che quel “contadino” avesse sparato a quel gatto. Di questo modo non avrebbe dovuto aspettare che la ferita andasse in cancrena, come al solito.
Era tutto già pronto. Il gatto era sul tavolo e aveva già imposto le mani su di lui come aveva visto fare così spesso a Vivi, Stragov e agli altri “mistici”.
Le era costato un discreto sforzo di volontà non curarlo sul posto, ma far giusto il necessario perché arrivasse vivo alla “casa base” posta al margine estremo della tenuta dei suoi genitori.
“Nota numero 3:” cominciò a scrivere sul suo breviario con la penna ricavata dal femore di uno dei vecchi esperimenti finiti male “a dispetto di quanto supposto nella nota numero 2, la ferita curata da me con metodi mistici, non si rimargina trattenendo impurità e infezione all’esterno, ma queste sembrano venire espulse velocissime da una schiuma veloce e di colore lattiginoso”.
Il gatto cominciò a ronfare.
Le faceva sempre uno strano effetto vedere come quegli animali ronfassero tanto quando stavano male che quando stavano bene. Come se un cane scodinzolasse quando soffre.
Un rumore di cocci rotti la riportò alla realtà.
“Per Caliban grande e misericordioso!” imprecò. Il gatto si era ripreso anche troppo alla svelta, prendendo la via per la libertà attraverso la finestra su cui aveva appoggiato la sua tazza d’infuso poc’anzi.
Era così impegnata a pensare a cose stupide come il dolore delle cavie che si era dimenticata di guardare come venivano ricostruiti i tessuti connettivi ed era NECESSARIO capire come funzionava prima di usarlo su altri esseri umani. Se avesse usato l’incantesimo su JC e le cose fossero andate male? Il suo progetto era troppo prezioso per perdere il “paziente 0” proprio ora.
“Va bene,” disse fra sé e sé “dovrò ricominciare tutto da capo”.
Estrasse l’apricostole e si avvicinò a una delle tante gabbiette contenenti animali di vario genere che occupavano la cappannuccia.