Sento il sapore del sangue in bocca, apro gli occhi e vedo terra macchiata di rosso vermiglio e fango.
Piove. Tuona.
Provo ad alzarmi ma ogni singola parte del mio corpo è straziata dal dolore.
Stringo tra le mani una delle mie bende, sporca di sangue.
Con la coda degli occhi noto una macchia scura immobile.
Pedro e Dayanara accasciati l’una sull’altro.
Il viso di lui, o quel che ne rimane, riporta bruciature dovute probabilmente ad una esplosione, lei ha una ferita che le espone la spina dorsale.
Vicino altri corpi che non conosco.
Poco più in là Navarre accasciato ad un albero con il ventre completamente dilaniato, accanto Jagosh riportava un colpo di pistola alla nuca.
Mi alzo in preda al terrore, dove mi trovo? Quando è successo? Perché?
Nonostante gli spasmi dovuti al dolore faccio qualche passo, due scudi frantumati.
Un lupo e un drago.
Vicino i corpi dei loro proprietari martoriati e senza vita, vicini quasi a sfiorarsi.
Incomincio a correre, non può essere vero, devo trovare qualcuno.
Mi imbatto su Yaga, petto squarciato, accanto Jean-Cloude, colpo di pistola al cuore, con Homme Etiennè poco distante con un ferita mortale alla gola.
Ovunque mi giri c’è solo morte.
Nello sgomento noto di aver pestato qualcosa di soffice, abbasso lo sguardo e vedo il cappello di Lorelai.
Poco distante lei trafitta da una lancia insieme a Leon al quale era stata portata via una gamba, non voglio soffermarmi per scoprire come.
Altri corpi ai quali non riesco a dare un nome accanto ad Almodena e Roland senza vita, non che a loro possano servire i nomi adesso.
Lacrime calde mi rigano il volto, la testa mi gira, ma non abbastanza per non vedere Diego morto con il volto dilaniato da colpi di pistola.
Iker riporta l’indistinguibile segno di strangolamento, zio, ora che ti avevo trovato.
Ivan trafitto da molte frecce, l’avrebbe trovano ironico.
Molti altri compagni, volti amici, occhi vuoti.
Cado sulle ginocchia davanti al corpo di Eliot, la mia Eliot, con la mano tesa verso Hari.
Perché non ero con loro! Perché non sono morta accanto a loro? Hari perché??? Mi avevi promesso di non lasciarmi mai!!! Perché???
Ma non c’è risposta negli occhi del fratello. Non c’è niente.
Rumori di battaglia mi distolgono dal mio orrore.
Raul sta correndo verso di me, o almeno ci prova dato che trascina la gamba sinistra con evidente dolore.
“Vivi” la sua voce arriva poco prima di un sordo colpo di pistola che lo prende in piena schiena.
Non vedo il suo assassino.
Sento un caldo irradiarsi dal centro petto, abbasso lo sguardo e vengo accecata dalla luce che colpisce la lama che mi fuoriesce dal corpo.
Non fa male.
Mi volto appena per vedere chi mi è alle spalle ma sento che le forze mi vengono meno.
Sento la mia voce come lontana, estranea.
“Tu”.
La risposta non si fece attendere, il mio assalitore mi sussura :
“Ti avevo detto che non avevi scampo.”
“Vivi svegliati!!!!! Hari fa qualcosa!!!!”
Alle grida disperate di Eliot Hari decise di prendere la brocca d’acqua che Vivi teneva sul comodino e di gettarla in faccia alla sorella che si svegliò con il fiato corto.
“Hari ma che cavolo.. mica sarà il pitale vero??”
“Non sono mica scemo!” ribatte il fratello.
“Stavi singhiozzando talmente forte che ti abbiamo sentito dalle nostre stanze, Igor non faceva che guaire” disse Eliot mettendo il cane sul letto della ragazza.
L’animale corse a leccare il volto di Vivi che prese a coccolarlo per farlo calmare.
“Scusate davvero tanto, non volevo svegliarvi, ma è stato uno degli incubi più brutti che io abbia mai avuto.”
Aveva per l’appunto finito di riferire l’orribile sogno quando Eliot esclamò meravigliata “Vivi i capelli”.
La ragazza corse allo specchio e vide delle ciocche bianche caderle lungo il volto.