Tanti anni son passati dall’ultima volta che l’ho vista. Affidata suo padre che a malapena riusciva a mettere insieme un buongiorno con un come stai.
Lasciata sola al mondo in un mondo di paura, di ingiustizia, di sopraffazione dei più forti ai danni dei più deboli. Lasciata sola per aver portato avanti gli ideali di giustizia, di libertà, di uguaglianza che per me erano la cosa più importante. Chi non è rivoluzionario a 20 anni è senza cuore…
Dal giorno in cui è nata però l’idea di lasciarla ad un mondo che mostrava la faccia più disumana dell’umanità non mi faceva più dormire. Se non hai niente da perdere non hai paura di nessuno. La maternità mi aveva reso vulnerabile e questo non mi piaceva.
Una notte venni a sapere che il gruppo di imperiali che stava dormendo nella mia locanda voleva farmi fuori. Avevano capito che ero una spia. Per paura che si prendessero la mia bimba li uccisi nel sonno e scappai. Ironia della sorte mi trovai io stessa ad essere carnefice, ad essermi resa protagonista dell’atto più crudele che può compiere una madre: abbandonare sua figlia.
Da lì in poi non ho più cercato nulla nelle persone, per paura di dover in qualche modo temere per la sorte di qualcuno.
Ma una mattina come tante poi incontro lei. Due occhioni grandi, i capelli corvini che le sfiorano le spalle, la sento subito vicina, mi racconta di lei. Venduta per due soldi come un orcio, usata come un banale contenitore di un’anima fragile. Dico io, come si fa ad abbandonare così una figlia, per soldi…un nodo alla gola mi ricorda come un fulmine a ciel sereno che anch’io ho commesso lo stesso delitto…chissà se mi rivolgerebbe ancora il saluto sapesse cosa ho fatto in passato.
La mia coscienza mi giunge in soccorso: io avevo dei buoni motivi, la mia fuga ha salvato entrambe da morte certa. E riecco il nodo alla gola, purtroppo non ho la certezza di aver salvato anche lei, chissà adesso dove sarà, cosa starà facendo da che parte starà combattendo, perché di sicuro starà combattendo qualcosa o qualcuno, altrimenti non sarebbe mia figlia. Chissà se ha trovato dei compagni lungo il suo cammino, o almeno qualcuno che si prenda cura di lei…in fondo i figli son di chi li cresce magari ha una bella famiglia, magari non sa neppure che esisto….speriamo non abbia ereditato dal padre la straordinaria capacità di circondarsi di imbecilli.
E che diamine però, proprio adesso che la sofferenza stava cedendo il passo alla rassegnazione, il destino ha messo sulla mia strada questa strana creatura. Per quale motivo!!? Sicuramente per difenderla, anzi, per difenderle, perché la ragazzina che tiene dentro ha l’età della mia Elide, e ancora più di Vidar suscita in me quella tenerezza mista ad apprensione che solo una madre può dispensare.
Poi alla fine l’inaspettato, mentre rimugino di fronte a lei bevendo la mia ennesima coppa di vino si alza e mi abbraccia appoggiando la sua testa contro il mio petto, e da quel momento il mio cuore dopo tanti anni è tornato a battere.