Era inverno, uno dei più gelidi di Arath. Nonostante fosse una delle contee del sud così come aspro era il suo popolo così era aspra la terra e il clima non la aiutava. Quel giorno Mikhal aveva ben sei impiccagioni solo la mattina. Sei impiccagioni particolari. Sei tra podestà e nobilotti che avevano fatto il bello e il cattivo tempo nel luogo dove lei era nata. Miralys non aveva dormito per tutta la notte per poter aiutare il padre a finire di preparare ogni particolare. Quel giorno non ci sarebbero stati spettacoli, quel giorno non ci sarebbero state esplosioni, quel giorno non ci sarebbero state risate e grida di giubilo. Quel giorno sarebbe arrivato il Lupo Nero, Emanuel Kebellion, nuovo Conte di Arath. Col sangue si era imposto e ancora ora sangue scorreva perché il suo regno potesse attuarsi. Un regno che sarebbe stato migliore, pensava la fanciulla. Miralys era incappucciata da capo a piedi, quasi nascosta dalla mole del mantello prestatole dal padre. Era in prima fila con alla sua destra Mikhal, serio e scuro in volto e alla sua sinistra Nevyn, il maestro, rigido nella postura ma dalla mente sempre in movimento. Anche in quel momento stava pensando. Lo poteva percepire chiaramente, dal muoversi dei vigili occhi chiari e dal corrugarsi della fronte che aumentavano i già innumerevoli segni del tempo. La fanciulla, impassibile, attendeva in silenzio; guardava il padre, il maestro per poi posare lo sguardo intorno a lei. La gente era numerosa e un chiacchiericcio assordante inondava l’intero luogo di morte. Ad un tratto tutto tacque. Si poteva udire solo il passo pesante di stivali, quello dei soldati e in cima a loro un uomo ammantato di pelli ben conciate, vesti da cacciatore e un arco di tasso di pregevole fattura, nonostante le parti consunte. Calato sulla testa vi era un elmo, un elmo terrificante raffigurante la testa di un lupo, dalle orecchie dritte, le fauci ringhianti. Dalle strette fessure si potevano intravedere gli occhi, occhi scuri, ma dall’aspetto freddo tanto che dove si posava il suo sguardo tutto taceva. Miralys ebbe un brivido forte, quasi di terrore nel vedere anche se a distanza il Lupo Nero, Emanuel Kebellion. Il padre le posò una mano sulla spalla, sussurrando poche parole.
– Non devi temere il Lupo. Il Lupo attacca solo chi ha paura di lui. Porta invece rispetto e l’unico rispetto che puoi dare al tuo Conte è non temere il suo sguardo, non sussultando ad ogni sua parola ma essere forte ed affrontare ciò che hai davanti. Lui è un Conte del Nord. I Conti del Nord sono uomini giusti, coloro che tengono le redini di Arath e tu sei una Arathiana e come tale guarda e non temere. –
Miralys guardò il padre annuendo. Questi si allontanò, calando sopra la testa il cappuccio nero che contraddistingueva i boia. Si avviò sull’enorme forca costruita per quella occasione. Miralys alzò lo sguardo, fino a vedere dall’alto del suo scranno il Conte. La paura che prima si era insinuata in lei stava scemando e la mente stava tornando lucida.
– Mira , guarda bene quell’uomo. Perché di uomo si tratta. È un Conte, un cacciatore di uomini, un politico spietato dall’enorme potere. Ma non è né angelo né Demone. Sotto quelle pelli, sotto quell’abito c’è un essere che ha i suoi pregi, i suoi difetti, le sue forze e le sue debolezze. Ricordatelo sempre mia allieva. –
Nevyn aveva parlato improvvisamente, senza preavviso. Miralys alzò le sopracciglia sorpresa.
– Maestro, perché mi dite questo? Giammai avrò possibilità di incontrarlo di persona. Già è tanto che lo possa intravedere da questa distanza.-
Nevyn girò lo sguardo verso l’allieva. I suoi occhi chiari si posarono dritti su quelli nocciola di lei. Erano inquietanti, due polle di acqua chiara su cui sembravano riflettersi cose remote, lontane, ancora non giunte.
– Non darlo per scontato…potresti rimanere sorpresa da quello che ti riserva il futuro, Piccola mia… –
Miralys spalancò gli occhi, sorpresa e turbata da quelle parole. Distolse lo sguardo dal maestro, cercando di ricomporsi. Riportò la sua attenzione sul palco, dove il padre e altri boia avevano già iniziato ad infilare i cappi intorno al collo dei condannati, sotto lo sguardo attento e freddo del Conte, mentre l’araldo pronunciava le colpe e la sentenza, con voce inespressiva.
L’impiccagione. Quale disonore era stato assegnato ad ognuno di quegli uomini. Ben gli stava, pensava la fanciulla. Come loro non avevano avuto rispetto di quelle terre così il Conte voleva umiliare il momento della loro morte, poichè gli aveva negato l’ultimo diritto che veniva concesso ad un nobile per la sua condanna a morte, cioè quello di morire sotto la lama della sua stessa arma, per decapitazione.
Miralys osservò il Lupo Nero, per percepire qualche movimento da sotto quell’elmo terrificante ma sembrava che il vento sferzante non lo disturbasse come neanche gli sguardi rassegnati di quei nobili.
Lei così minuta ben si nascondeva nel folto mantello ma gli occhi nocciola non si persero nessun movimento. Le botole scattarono e così i piedi rimasero senza punto di appoggio. L’agonia cominciò.
Due di loro erano morti subito, con il collo spezzato. Ne aveva sentito il rumore, mentre gli altri avevano sofferto, ne era certa. Neanche la fine di tutta quella esecuzione, sembrò in alcun modo colpire il Conte che era rimasto completamente ammantato nella sua freddezza.
Sembrò scrutare ogni uomo o donna della folla, compresi i boia. Nessuno osò levare grida, nessuno osò levare applausi. Ciò che rimbombava nell’intero luogo era il silenzio.
E’ una delle cose più inquietanti che mi sia capitato di leggere… devo dire che rende bene l’idea…
A pensarci bene, quando il Pido (quel bravo ragazzo del Pido! Il nostro simpaticissimo D! Proprio lui!) interpreta il Conte Emanuel Kebellion mi viene sempre da voltarmi da un’altra parte, qualsiasi personaggio io stia interpretando… come dire… lasciamolo stare, va’…
ma non è vero è tanto buono immy! (ora voglio prorpio vedere che mi chiederà…) cmq definire il conte di arath “un uomo. perchè di uomo si tratta” mi sembra un’esagerazione! quel coso è tuto fuorchè umano!
Lypsak: in effetti quando per la prima volta ho visto Immy (cioè alla cena a Trelven, e tra un pò sarà pronto anche quel pezzo..) Diciamo che Miralys c’è rimasta un pò stranita…soprattutto quando ha indicato lei ed altri a seguirlo O_O
tanto timore, ma Miralys si ricordava le parole del babbino!!! 🙂
A Dahal: beh, in effetti Nevyn non si è espresso bene…ma non poteva dire quel coso!!!!
Poi insomma, non vuole spaventare troppo la fanciulla, su!!!;)
Non vedo l’ora di leggere… 😀
ufff questa volta nevyl non è molto pedofilo…
menco: no, questa volta no, GHGH 😛
Più lo rileggo e più mi sembra inquietante…
Inquietante davvero! In effetti Emanuel ispira quel timore animalesco che ti mette sempre sul chi vive… è + facile stare “rilassati” in presenza di Maliandaruccia, almeno lei se ti vuole fulminare te lo dice o te lo fa capire!
Cmq mi sembra strano che ancora nessuno abbia pensato al povero Mikhal… avrebbe potuto organizzare una delle sue spettacolose esecuzioni e invece… chissà come sarà rimasto deluso!
Cmq Mira è sempre Mira… non si è scomposta o intimorita + di tanto nemmeno alla presenza del Lupo Nero… si vede che ormai poco può sconvolgerla, prima il padre le lava la faccia con il sangue dei condannati, poi le lezioni di anatomia pratica del maestro… gli fa una se.. la vista di Kebellion!
Qui si diventa man mano sempre più sadici e inquietanti… 🙂
Sarà che come Alehandro non l’ho mai incontrato, il poro Emy… Ma come Vassylji, ogni volta che lo vedo mi tocco le paxxe… e dopo ‘sto racconto, ancor di più! Ottimo ottimino!