Pallida Dama il cavalier non ti guarda!
Eppur chi più di Te nell’Erranza è Vegliarda
Fra Libeccio e Scirocco Tu sei Croce e delizia
Di tutte le strade la sola Stella propizia
A chi in una Cerca le voglia calcare
A chi altri dovrebbe il suo canto innalzare?
Sol da virtù e onor l’Errante è protetto?
Sol da giustizia e dover il suo passo è sorretto?
Perché non comprendon la Tua guida benigna?
Perché al Tuo Nome il loro sguardo s’indigna?
Senza Fortuna ogni Fato è funesto!
Lesta la morte può portare al più desto!
Ti chiedo che le mie lusinghe per una volta assecondi
Chi dell’Erranza è più degno? Ti prego rispondi!
Chi non sa scambiar col vicino il suo pasto?
Chi con la lama risolve ogni guasto?
E coloro che indossan scintillanti armature
Ci proteggono il corpo o le lor vere nature?
E se solo una più luminosa Stella ci possa ispirare
Perché ciò che vedo non sembra tornare?
Veggo il borioso scudier che al nemico ruggisce
Ma sol quando a fianco ha chi lo accudisce
Quale poi sia questo grande ardimento
Nel farsi audace dietro lo schieramento
Ma a quell’animal che al di fuor della mandria da solo si ardisce
Né la terra né l’uomo molto elargisce
D’altronde si sa gallina delira
Quando per l’aia volpe s’aggira
Ma chi starnazzando il suo passo vorrebbe frenare
Dei suoi calzari la polver potrà a lungo assaggiare
Ma se chi più rischia nel Tuo favore anteponi
Perché con la volpe sei così parca di doni?
Di un vagar scapestrato non faccio pretesto
Ma che il vero coraggio sia almen manifesto
Seppur con l’altrui invidia il vero impavido stride
Solo a chi più si arrischia Fortuna sorride
E se il cavalier dell’Erranza è virtuoso
La volpe per vizio di Lei è suo sposo
Può forse qualcun giudicar chi sia indegno
D’una Guida Divina d’un Celeste sostegno
Da Candide Mani non siam tutti creati?
Da un sol Calderon alla terra affidati?
Ciò che il mio canto vi vuol far capire
E che alfin un giorno potreste scoprire
Com’anco un pellegrino se con nobili intenti
Agli Astri Immortali può offrir gran proventi