La memoria è un’amante incostante. Può darti la passione, calore ardente, e farti sprofondare in un inebriante vortice di piacevoli sensazioni, dalle quali non vorrei mai allontanarti. Può essere tenera, gentile, come una madre amorevole; potrai riposare in lei i tuoi stanchi sensi, e affondare in un confortevole abbraccio, in un nido di tranquillità. Può farti ridere a voce alta, può farti sorridere sotto i baffi, può farti commuovere. In lei puoi trovare quello che cerchi, e molto di più.
E può darti anche il dolore, l’amarezza, la sofferenza; in lei sentirai il peso del tuo vivere solitario, di quello che hai perso e non ritroverai. Ogni occasione mancata, ogni fratello lasciato lungo il cammino, abbandonato sul ciglio della strada o semplicemente rimasto indietro. Ti farà provare i brividi più raccapriccianti, il puro terrore; e quando cercherai di attacarti a lei, come un infante indifeso, essa ti ricaccerà indietro, nel buio della vita.
E c’è anche chi non sa cosa sia, la memoria. Ne ho visti, ed ogni volta lo spettacolo dei loro tentativi di ricordare il loro vissuto è fonte di rammarico. Guardando dietro di sè, essi scorgono una nebbia informe, da cui sembrano riaffiorare a tratti mostri da incubo, oppure volti amati, frammenti di sensazioni. E li vedrai barcollare, ciechi ballerini, alla musica del fato beffardo, senza sapere ove rivolgere gli occhi.
Io scrivo anche per loro, per coloro che non ricordano. Perchè non sanno ricordare, perchè non vogliono ricordare, perchè non possono ricordare. Privati di quello che è stato dalle circostanze, o dalle loro libere scelte, nel vano tentativo di sfuggire ai loro fantasmi. E scrivo anche per coloro che non c’erano, allora, in quegli anni fuggevoli che videro passare la mia esistenza come una stella cadente. Quello che accadde nelle libere terre di Whanel, che i miei occhi hanno potuto vedere o le mie orecchie hanno potuto cogliere, tutto ciò che è degno di menzione, lo potrete trovare in questo volume unico. Scritto da me e per me.
Perchè quello che mi è passato innanzi, e che adesso è alle mie spalle, non venga perso nelle brume oscure del nulla. E se anche solo una persona, leggendo queste mie parole, proverà un fremito di piacere, o verserà una lacrima di rammarico per coloro che diedero i colori al mio dipinto, allora il mio lavoro non sarà stato vano.
Perchè noi ce ne andremo, e i nostri occhi si chiuderanno. Calerà il sipario, ma il cielo sopra di noi sarà sempre lo stesso.
Alehandro Maqui’n’Daar, Primo Circense, detentore della Regalis Livrea