L’incontro con la sua vecchia amica aveva scosso Artemise più di quanto non avesse creduto. Adesso sarebbe stato ancora più difficile fare quello che si era prefissata.
Il viaggio fu estenuante e l’arrivo raccapricciante: la struttura che le si parava innanzi non lasciava spazio a nessuna speranza.
Numerose guardie la perquisirono prima di permetterle il passaggio all’interno della prigione: non le sarebbe mai stata accordata questa visita se non fosse stato per l’esorbitante cifra versata in seguito alla vendita di Solange al mercato nero… ma ne era valsa la pena…
L’ennesima guardia la fece passare da delle sbarre: Artemise si trovò in una stanza quasi completamente in ombra e da un angolo, giunse un colpo di tosse. La donna si mise a parlare in quella direzione:
“ Scusa se c’ho messo tanto a venirti a trovare, ma non è stato facile… Vorrei chiederti come stai, ma prima che tu possa dire qualunque cosa, devo arrivare in fondo a questo discorso o potrei non farcela.
In questi mesi ho capito che l’unico modo per sopravvivere in questo mondo è pensare a se stessi, però non riesco a non pensare a te.
Ho sempre creduto che per essere alla tua altezza avrei dovuto avere un ruolo di spicco nella mia terra, ma la sorte ha voluto che mi ritrovassi qui ad esprimerti i miei sentimenti proprio adesso che non ho più nulla; e non credere che venga a confessarmi adesso perché non mi rimane altro, ma proprio l’opposto: in questi mesi così difficili, mi sono resa conto che l’unico pensiero che riusciva a sollevarmi era il tuo… Aleksej…”
Solo nel momento in cui pronunciò il suo nome, si rese conto che tutto era reale ed era finalmente riuscita a sconfiggere l’avversario più temibile: il Drago che le impediva di esprimere i suoi veri sentimenti.
Fu allora che innanzi ad Artemise si aprì un’altra porta, che fino a quel momento neanche era stata notata dalla donna: la debilitazione da qualche tempo aveva cominciato ad annebbiare pure la vista dell’unico occhio sano.
Una guardia si affacciò e, sentendo le ultime parole della dichiarazione, guardò interdetta l’ex Grand Master:
“Aleksej? Guardi che il prigioniero con cui vuole parlare si trova oltre questa porta… qua ci sono altri detenuti: siamo nella sezione Abigeato con aggravante zoofila… prego mi segua…”
“Ovviamente, ovviamente… stavo solo ragionando ad alta voce eh… però guardi lasci perdere… ho cambiato idea: ho lasciato troppo tempo Solange da solo, è il momento dello spiumaggio giornaliero…”
Impettita, Artemise tornò sui propri passi… al contrario di Solange, il Drago era ancora lì… e mentre si avviava verso l’uscita, lo sconosciuto con cui aveva parlato fino a quel momento, si affacciò oltre le sbarre sventolando un pezzo di sudicia carta da bagno:
“Hai ragione, l’unica cosa che conta è l’amore!! Ti prego porta questa lettera a mia moglie: la riconoscerai sicuramente, ha il manto più soffice di tutte le altre!!!”