Da molto tempo nell’Occaso non si era vista una notte chiara come quella. Nemmeno una nuvola, nemmeno un filo di foschia a velare l’immensa distesa di velluto stellato che ricopriva il cielo. Si potevano vedere tutte le colline in lontananza, rotonde e morbide come fanciulle
Categoria: arabesques
Lago Isalmyr. Morte e resurrezione.
Guardati. Guardati attorno. Lo sto facendo. Tutto ciò che tocchi, marcisce. Stronzate. Tutto ciò che entra in contatto con te, si decompone. Stronzate. Tutto ciò che ti ha dato l’illusione di poter provare amore, si è imputridito come
Lago Isalmyr. Mese di Nhea. Prima dell’alba.
Non potete avermi. Debole, debole. Sempre più debole. Vesti che diventano sempre più pesanti da portare. E visioni, centinaia di visioni chiare, nitide come mai ne aveva avute prima di allora. Troppe, però. Così tante che non capiva più nulla di ciò che vedeva. E
Mordian. Mese di Elthrai. Notte fonda.
– Scusatemi… non vorrei disturbarvi… avevate dimenticato il vostro velo… – Brucialo. – Prego? – Ho detto che devi bruciarlo! Cos’è, Syddin, sei diventato sordo? – Ma dama Melisenda… – Mel’Ishnd. – Come, scusate? – Ho detto Mel’Ishnd. Melisenda è morta. – C-come avete detto?
Mordian, ultimi giorni del Mese degli Elementi. Tarda serata.
– Ma chissà che le sarà preso! – Ah, io non lo so… però hai visto com’è diventata pallida? – Si starà ammalando? – Beh, alla fine un po’ la salute se la rovina, a far quello che fa… – Beh, comunque stamattina mi ha
VIII – Dintorni dell’Iscuto. Il giorno dopo.
Si preannunciava una notte davvero buia, nonostante tutto. La luna era sorta rossa e sanguigna proprio dinanzi ai loro occhi, nemmeno un’ora prima. E Alehandro aveva acceso il fuoco presso il suo carrozzone, appena fuori dal castello, accogliendo con la migliore ospitalità alemarita chiunque avesse
VII – Iscuto, Mese degli Elementi. Mezzanotte.
“Poche ore ancora all’alba. E poi, il Sinodo. Cerimoniale predisposto, allestimento ultimato, relazione completata… ma tu, Mel’Ishnd, ti senti davvero pronta?” Con questi pensieri in testa era scesa nella corte del castello, stringendosi in un’ampia mantella di lana, e aveva passeggiato ancora un po’, prima
VI – Mordian, mese di Aldebaran. Vespro.
Dieci giorni. Forse di più. Syddin ormai ne era sicuro. Erano almeno dieci giorni che quella benedetta donna dormiva sì e no un’ora per notte. Si alzava da quel tavolaccio (uno dei pochi non ancora sostituiti con altri più moderni e comodi) solo per espletare
V – Mordian, mese della Luce del Nord. Primo pomeriggio.
Seconda parte *** Dahal sorrise leggermente, un po’ imbarazzato. Melisenda, la sua antica compagna di viaggio ai tempi del circo, era davvero cambiata. Se la ricordava ancora spensierata e allegra, mentre si sforzava di ricordare cosa avesse fatto appena un minuto prima. Sbatteva ovunque, quando
V – Mordian, mese della Luce del Nord. Primo pomeriggio.
Prima parte Syddin aveva l’udito fino. Si trovava in sala mensa, eppure riuscì a intuire benissimo cosa stava succedendo a qualche spesso muro in pietra di distanza. Il portone aveva cigolato, le scale avevano scricchiolato più volte, il suono dei passi si era fatto sordo