– …e con questo credo di avervi esposto in sintesi gli ultimi avvenimenti, per lo meno quelli che in qualche modo ci coinvolgono più da vicino. Adesso veniamo al resto…
Nella grande aula magna dell’Accademia la Sovrintendente aveva parlato per circa un quarto d’ora, evitando giri di parole inutili e attenendosi strettamente ai fatti come al suo solito. Duecento persone sedevano dinanzi a lei con espressione sbalordita, o rammaricata, o sconvolta, o preoccupata, o vitrea, o indifferente, o tutte queste cose insieme. Centocinquanta laerer e cinquanta praticanti esperti pendevano dalle labbra di lady Olivia anche adesso che si era interrotta per aprire davanti a sé un plico con alcune pergamene e tutti quanti non riuscivano proprio ad immaginare cosa potesse essere “il resto”. Tutti meno quattro di loro.
Sir Haquim, dalla seconda fila, si lisciava il mento con un sottile sorriso sulle labbra mentre Gavin, dall’ultima fila, annuiva guardando un punto oltre l’oratrice, affiancata a destra e sinistra dagli altri membri del Consiglio di Sovrintentenza. Lady Rashida, dalla quarta fila, controllava attentamente un grosso pacco di pergamene contenenti miglia e miglia di appunti. Miriadi di pensieri affollavano la testa di Codamozza che, in qualità di assistente di lady Olivia, dalla prima fila ascoltava assorto, a braccia conserte, intento fra l’altro a ricordare se la lista del materiale da prelevare fosse completa o non mancasse ancora qualcosa di utile. E se sir Yashir fosse stato presente, nemmeno lui sarebbe rimasto troppo sorpreso.
– Comprenderete molto bene che la situazione in cui si ritrovano queste terre al momento è molto peculiare e l’Accademia non può rimanere indifferente a questa situazione. Per questo motivo, in via del tutto eccezionale e temporanea, la Sovrintendenza ha stabilito un trasferimento di risorse verso progetti, ricerche e produzioni più urgenti. Ad ogni dipartimento, gruppo, squadra o singolo verranno forniti dettagli privatamente, ma in generale verranno privilegiate le attività che hanno applicazione bellica, di attacco o di supporto, e quelle attinenti allo studio dei marchingegni dell’Età Arcaica in nostro possesso.
Un mormorio sommesso e confuso investì la grande sala:
“Ma come si permettono? Siamo qui per lavorare liberamente ai nostri progetti! Cos’è questo colpo di mano?”
“Ah, benissimo! Finalmente avremo tutti i fondi di cui abbiamo bisogno!”
“Certo però, imporsi così… non è nello spirito dell’Accademia…”
“Ma quali studi bellici! La selezione botanica, la selezione è la soluzione!”
Dopo qualche istante la Sovrintendente alzò la mano e il brusio si calmò all’istante. Le parole le uscirono dalla gola più dolci e flautate del solito.
– Signori, devo forse ricordarvi che il denaro che finanzia le vostre ricerche viene dai proventi ottenuti tramite i risultati conseguiti? Devo forse ricordarvi che, per quanto sia utile e interessante ciò che create, se nessuno lo richiede non ha senso produrlo? Devo forse ricordarvi che, in caso di stato di allerta, le priorità di una terra cambiano, e di conseguenza anche la domanda cambia? Devo forse ricordarvi che se la domanda cambia anche l’offerta deve cambiare di conseguenza? Devo forse ricordarvi che senza un ritorno economico adeguato i laboratori ben forniti che vi accolgono diventerebbero presto sconsolanti stanze vuote? E devo forse ricordarvi che qui non si fa beneficenza a nessuno?
Non un sussurro si udì nell’aula. Lady Olivia squadrò ognuno dei presenti avvolta nel suo solito sorriso. Molti distolsero lo sguardo, fingendo di dover impellentemente guardare altrove.
– Molto bene, dunque… immagino che il messaggio sia stato ben compreso… in ogni caso, vorrei fosse chiaro che nessuna ricerca verrà chiusa e che la disposizione è solo temporanea. La durata del provvedimento è dettata unicamente dai tempi che ci attenderanno in futuro. Per qualsiasi domanda, sarò nel mio ufficio fino a stasera per dare ad ogni laerer le disposizioni che gli o le competono.
Interpretando le parole della Sovrintendente come un invito a non tentare nessun tipo di replica in quella sede, duecento persone più i membri del Consiglio, che avevano annuito più volte durante il discorso finale, fecero per alzarsi e lasciare i loro posti, e un lieve mormorio iniziò a crescere nella sala. Improvvisamente, tuttavia, la voce di lady Olivia risuonò ancora forte e chiara.
– Un’ultima cosa.
Silenzio un po’ stupito.
– Do per scontato che nessuno dei presenti ritenga accettabile che un misterioso gruppo di fanatici di non si sa bene quale perversa forma di fede cerchi di sottrarre il libero arbitrio agli uomini. Visto e considerato quanto siamo spesso costretti a lottare contro l’ignoranza dei nostri simili, non riesco ad immaginare come un uomo o una donna di scienza possano anche solo concepire una simile assurdità.
Qualche mormorio.
– Ma se così non fosse…
Silenzio.
– Se così non fosse, invito coloro che ritenessero la missione del Dogma anche solo un’idea da prendere in considerazione ad abbandonare questo luogo entro un’ora a partire da adesso. Vi assicuro che non verranno fermati e verrà dato loro il beneficio del dubbio.
Occhiate incredule.
– Dico questo perché se, trascorsa la prossima ora, dovessi scoprire che qualcuno dei membri dell’Accademia appoggia questo scempio o anche solo simpatizza con quei signori che tanto si stanno dando da fare per togliere all’uomo il bene più prezioso, questo qualcuno può star sicuro che verrà condotto da me personalmente vivo, vigile e vegeto dai Messi dell’Orifiamma a tempo zero, con una catena stretta intorno al collo.
Silenzio di tomba.
– E non posso assicurare che non gli capiterà qualche sgradevole incidente nel tragitto, come cadere ripetutamente dalle finestre del quarto piano.
Immobilità assoluta.
– Da tutte le finestre.