– Strano, mi è sembrato di vedere Hildegard.- esclamò Hilda improvvisamente. Stavano percorrendo una stretta strada nei pressi di un insediamento athariano famoso per i suoi mercati. Il sole era implacabile e le folate di vento non portavano che sabbia. A Hilda faceva caldo e
Categoria: Storie da Athar
Ad Athar non è freddo come ad Eisenstein
Questo racconto è un regalo, in anticipo, per Secco. Auguri Ago^^ Il buio, in quella terribile stanza, era tagliato da un solo fascio di luce dalla provenienza misteriosa, che illuminava Hildegard e Nicolas, seduti su due sedie. Gli occhi di Najm brillavano nelle
Sabbia e pietra
[show_avatar email=14 align=right] La ragazza era all’interno della propria tenda, inginocchiata innanzi ad un basso tavolino. Teneva in mano un cono di carta dal quale usciva una densa pasta rossastra che a contatto con la pelle formava intricati disegni. Ormai tutta la mano era
IL PUGNO E IL TESCHIO
Le tre sagome scivolavano a passo svelto da un corridoio all’altro accompagnati solo dal calpestio ritmato dei loro calzari. La luce tremante della torcia che la prima delle tre sagome teneva in pugno gettava ombre sinistre sulle pareti di granito rozzamente scolpite rendendo quel sotterraneo
KREUZBURG
Le urla strazianti che uscivano dal lazzaretto echeggiavano nella notte per tutta la boscaglia di Kreuzburg. Il giovane stalliere si avvicinò visibilmente preoccupato ad uno dei militi di picchetto che come molti altri stava osservando dall’esterno la porta del rudere, illuminata dalla luce vermiglia di
Shaez Fiandar – Poesia di un pellegrino senza nome
Pallida Dama il cavalier non ti guarda! Eppur chi più di Te nell’Erranza è Vegliarda Fra Libeccio e Scirocco Tu sei Croce e delizia Di tutte le strade la sola Stella propizia A chi in una Cerca le voglia calcare A chi altri dovrebbe il
Racconti da Al-Zafir: Haqim Ibrahim ibn Nadir Saegrad
“Scacco Matto” gli occhi mi si illuminarono ed un sorriso beffardo si dipinse sul mio volto mentre terminavo trionfante la mia ultima mossa, non sono mai stato bravo a celare l’autocompiacimento. Dall’altro lato dell’elegante tavolino in ebano ed avorio lo sguardo affilato di Jafar correva veloce fra
Onun adi Vael III
Con passo insolitamente deciso, il giovane Vael attraversò le stalle in tutta la loro lunghezza, oltrepassando i purosangue tanto cari a sir Ahmed, che nitrirono al suo passaggio nella speranza di qualche leccorina. Ma il ragazzo guardava solo dritto avanti a sé, diretto verso la
Onun adi Vael II
– Rimani eretto! Non piegare le ginocchia, piccolo pappamolle! La pesante spada di legno si abbatté ancora una volta contro il fianco già martoriato di Vael, che represse un gemito di dolore mordendosi il labbro fino quasi a farlo sanguinare. – Dovresti essermi grato, invece
Onun adi Vael – I
Mattinate perfette come quella se ne ricordavano poche, al Ricovero del Fanciullo della Luce Splendente. La primavera fresca e piena di vita si era fatta strada nell’ampio giardino, colorando tutto di un verde tenue e delicato e inondando l’aria di profumi che l’avvicendarsi delle precedenti