Salute a chi parla ed a chi lo ascolta! Possa chiunque ascolta queste parole prosperare grazie ad esse! Salute a chi ascolta!
Essere impavidi è la cosa migliore per chi mette il naso fuori di casa. La lunghezza della nostra vita ed il giorno della nostra morte sono stati scritti molto tempo fa. Un uomo che forse mai sentì questo detto, visse secondo esso ogni attimo della sua vita.
Andreji Goska, figlio del clan Goska, clan tra i clan, onorò sempre il suo sangue ed i suoi antenati che seppero persino imprigionare i sette Re di Ombra e Morte.
Nacque del clan Goska ma ogni clan di Alemar fu il suo clan, visse e lottò per ognuno di essi, ancora non era uomo ma già il suo cuore era saldo e lavorava perchè il suo braccio fosse altrettanto forte. Lavorò anni, allenandosi con i migliori guerrieri di Alemar, mordendo spesso la polvere ma mai perdendo la speranza, mai arrendendosi, sempre continuando, saldo di cuore come i suoi antenati, finchè il suo braccio fu forte abbastanza da sostenere i desideri del suo animo e da competere con i migliori guerrieri di Alemar. Ma il nostro fato è già scritto dal furioso ed egli non voleva che un animo così grande ed un braccio così forte andassero sprecati, non era suo destino vivere in pace, invecchiare e morire la morte di molti, a letto, tranquillo. Il Padre Guerriero volle farlo nascere in un tempo in cui il suo braccio ed il suo cuore potessero essere di aiuto alla sua gente, ed Andreji accettò la sfida e si gettò nella battaglia con furia e coraggio.
Volle Alhazar che nel tempo in cui visse Andreji Goska, nascesse nel deserto nero, dimora delle anime inquiete, una piaga come non se ne erano viste da generazioni ed essa si sollevava preparandosi a riversarsi sulle terre vicine, pronta a distruggere le genti dell’oriente. Ma un pericolo tanto grande non può passare inosservato ed i guerrieri d’oriente lo videro e coraggiosamente si prepararono ad affrontarlo, guidati dal grande sacerdote Salazar Batista. Sentendo di ciò, Andreji Goska non si tirò indietro, impavido come aveva vissuto sino ad allora, seppe che il su fato era nell’impresa preparata da Salazar Batista, che il suo fato era di affrontare assieme a molti altri guerrieri ed eroi la bestia che si stava destando nel Deserto Nero, per proteggere la sua gente, i clan di Alemar. Affilò quindi le armi ed indossò l’armatura e sostenuto dal suo cuore saldo partì al seguito del sacerdote per combattere e sconfiggere la Piaga. Per giorni e giorni marciarono ed i giorni divennero settimane ma loro continuarono instancabili verso il deserto nero e dentro di esso, verso la bestia che minacciava i loro clan.
Nessuno sa precisamente cosa videro, si sa solo vagamente cosa combatterono, quello che si sa, è che Andreji Goska non si perse mai dì’animo, he continuò a combattere, il suo braccio instancabile, il suo cuore indomito. Combattè contro spiriti irrequieti che animavano i corpi dei morti, vide cose che nessuno dovrebbe mai vedere ma mai indietreggiò, mai si perse d’animo. Nemico su nemico cadde sotto i suoi forti colpi e non dormì per settimane intere nella foga di abbattere quel male, di proteggere la sua gente. Molti eroi caddero attorno a lui, molti tornarono dalla morte per combatterlo e con gli occhi inondati di lacrime dovette abbattere anche loro, il suo braccio che si faceva sempre più stanco ed il suo animo che infine, si infranse.
Non si sa bene chi dovettero affrontare quegli eroi che partirono per il deserto nero, ma si sa che quella piaga non si abbattè sulle genti dell’oriente, e che solo in venti tornarono al seguito di Salazar Batista al cui seguito erano partiti, le loro braccia stache, i loro cuori infranti, le loro menti piegate all’orrore a cui avevano dovuto assistere e che avevano dovuto affrontare. Ma anche la follia che lo aveva preso non poteva fermare l’animo di Andreji Goska ed egli continuò a muoversi per il bene delle sue genti, per proteggere Alemar egli tentò di raccontare la sua storia poichè si sa, le storie hanno potere, ma quello che la Piaga non riuscì a fare, fu compiuto dal tradimento e l’arroganza degli uomini.
Tornato da lande lontane e pericolose, da lunghe battaglie protrattesi per giorni, la mente ormai piegata alla follia ed il braccio un tempo forte stanco oltre ogni limite, si ritrovò a dover affrontare non spiriti, non demoni ma uomini che tramarono ed ingannarono perchè apparisse che lui e nessun’altro aveva tramato per uccidere il grande sacerdote Salazar Batista che fino ad allora aveva seguito con coraggio. Fu un triste giorno quando l’eroe cadde vittima del ragno, complice l’arroganza degli uomini, quando molti furono ingannati nel credere alla vile menzogna e l’uomo, sostituendosi agli dei, volle dare per questo la morte ad Andreji Goska. Fieri guerrieri piansero per la gran perdita e fiumi di idromele vennero bevuti in suo onore alla sua veglia funebre quando infine Andreji Goska, che aveva affrontato le orde di spiriti e protetto le genti d’oriente, cadde dinnanzi al tradimento ed all’arroganza. L’unica consolazione fu, che morì di lama, come il guerriero che era, come l’eroe che semrpe sarà ricordato e per cui ora verso questo vino.
Questo è il canto di Andreji Goska, figlio del clan Goska, clan dei clan che sconfisse i sette Re di Ombra e Morte, questo è come visse, questo è come morì, ma ricordatelo, cantate questo canto attorno al fuoco e mai sarà realmente morto.
Salute a chi parla ed a chi lo ascolta! Possa chiunque ascolta queste parole prosperare grazie ad esse! Salute a chi ascolta!
[Come raccontato attorno al fuoco di una carovana alemarita dallo Skald Cynan della Carovana del Papavero]