Giorno prima dell’Interludio..
Gli accampamenti sono tutti in subbuglio, nell’ aria c’è qualcosa di più della solita agitazione.. domani ci saranno cuori spezzati, o forse sanati, ossa sicuramente rotte, e speriamo che qualcuno le rimetta assieme, situazioni da chiarire e nuovi casini in cui andarsi a ficcare.
In tutta questa agitazione decido con Lucius di andare a cercar reagenti.
“Lucius, lascia il bastone qua, che ci impiccia solo, tanto chi vuoi che incontriamo? Porta Fungoberto invece, magari ci aiuta…” Ovviamente io non credo che FungoB possa fare alcunchè, ma lui ci tiene..
“uhh si grazie Estrella, gli farà bene cambiare aria per un’oretta!”
Nel nostro girovagare, forte del mio senso dell’orientamento che farebbe invidia al peggior piccione ubriaco, per poco non finiamo in mezzo ad un convegno a cui nessuno ci ha invitato, Lucius è appena più lontano ma io sono praticamente a pochi centimetri da dei brutti ceffi molto brutti.
Trattengo il respiro, fondendomi con le ombre, e ascolto i 3 uomini che parlottano..
“che colpo di fortuna.. è stato facile rubare queste scorte…”
“shh taci Abelardo! Se ci sentono gli altri dovremmo dividere con loro cibo e vino, e non vogliamo che accada no? Hic.. “
“ma che minchia dici “ interviene il terzo “ non ci sentono, sono lontani e noi siamo furbi…”
Sono tre… persone.. uno non molto alto e grassoccio, credo sia quello appellato Abelardo, il tipo che gli ha parlato invece è smilzo, secco, allampanato, un incipiente calvizie e una bruttezza mal celata dalle ombre. Poco distante da loro, a pochi centimetri da me c’è il terzo, spaparanzato a terra, che rosicchia un coscio di pollo arrostito.. indossano delle armature di pelle nuove di zecca.. troppo belle e ben tenute..
Il campo sembra essere troppo grande per loro tre soli, un carretto colmo di scorte di cibo, credo, medicinali, e tutto intorno ci sono giare di vino vuote, a giudicare da come sono abbandonate a terra..
Il carretto è attaccato ad una di quelle bestie malefiche. Quattro zampe, folta coda, culone grosso, schiena ampia.. un maledetto cavallo.. ho i brividi gelidi lungo la schiena.
“Attilio, dammi altro vino e maiale arrosto, tanto a quelli dello Spiantato non servirà più.. “ sonora risata da parte di tutti e tre.
Il sangue mi si gela nelle vene.
Lucius, dall’altra parte del campo osserva la scena, senza ben sapere dove io sia nascosta. Ha coperto la boccuccia di Fungoberto.
.Osservo, avvicinandomi lentamente, silenziosamente, non vista, al carro stra carico.. trattengo un’esclamazione molto folcloristica per un pelo .. il simbolo dello Spiantato è ovunque. Mi muovo appena perché mi noti Lucius, ma non quei tre, che stanno gozzovigliando..
Con movimenti lenti e misurati aggiro tutto il campo e mi riunisco al panettiere del nostro accampamento..
“Estrella..ma che facciamo??” Mentre sto cercando una risposta sensata le voci gracchianti dei tipi ci raggiungono richiamando la nostra attenzione..
“ E’ stato facile come rubare le scorte di quel minuscolo villaggetto…ahahha che gonzi! Ci credevano amici, e ci hanno offerto da bere e cibo, e soldi per allontanare i druidi… gonzi! “ Credo che la parola sia gonzi, ma , oh dei, tra rutti e parole strascicate non è proprio facile capirli.
Osservo il mio braccialetto, osservo il ronzino che tace.
Il mio compagno e il suo bislacco fungo sono silenziosi, e non è mai un buon segno.. “Lucius…io ora li ti porto vicino a.. a..” fatico a trovare le parole “al cavallo?” interviene dolcemente lui.. “si, quello, monta sul carretto e portalo via e va a chiamare Balthazar!”
Prima che possa obbiettare, lo prendo per le spalle e lo conduco, non visti fino al carretto. “ma tu che farai?” il tono preoccupato del liturgo mi strappa un sorriso.. “attendo la cavalleria! Su vai..” Mi giro e scompaio alla vista di chiunque, sentendo il rumore del carretto che parte “Andiamo Fungoberto, abbiamo una missione”
Bevo un paio di intrugli, mi sposto alle spalle di Abelardo, e attendo che i tre si rendano conto che il carretto se ne va senza di loro, ma cavoli se sono tordi!
Abelardo salta in piedi, sconcertato, e carica di adrenalina lo colpisco in testa forte, sperando che cada perdendo i sensi, e il tonfo da pera cotta che sento in effetti mi fa credere che sia così, esco dalla sicurezza delle ombre, Attilio si spaventa, non è reattivo quanto vorrebbe, ed un sonoro calcio nelle palle lo mette fuori gioco.
Affronto il terzo, l’anonimo, lo smilzo, non ho paura, sono solo incazzata.
Rubare le scorte di cibo e generi di conforto a dei poveracci, ma che cavolo! Ma si può?? No! No! Non si può!!
Mi ci getto contro, testa bassa, lo butto a terra e comincio a colpirlo in faccia, un suo cazzotto mi spacca un labbro, rotoliamo , una lotta poco dignitosa ma efficace, soprattutto se sei incazzata come una biscia, e picchi uno ubriaco marcio.
Ho completamente perso il controllo, da qualche secondo il tipo non risponde neanche più ai mie colpi, una mano mi afferra il polso. Mi paralizzo.
“Estrella! Basta così!! “ Uno dello Spiantato, uno nuovo, di quelli che funge da staffetta, e con cui ho scambiato si e no due parole… il suo tono perentorio e la stretta forte mi riportano alla realtà in un attimo.
“Cosa stai facendo??”
Mi alzo barcollando… sputo il sangue a terra.. “hanno rubato le scorte dello Spiantato..hanno portato via i viveri e i soldi da chi ne aveva davvero bisogno..”
“Andiamo, portiamoli in infermeria, e poi ne discuterai con Balthazar.. ho intercettato Lucius col carretto, carichiamoli su. “
Vedo Lucius, ha l’aria preoccupata, guardo Fungoberto, e giurerei di vedere una nota di biasimo in quegli occhietti..
“cavoli Estrella, ricordati di non farti arrabbiare.. “ Mentre carichiamo i tre delinquenti sul carro, uno di loro mormora “voglio vedere il vostro capo, questa pazza ci ha attaccato senza motivo..”
Ho il viso in fiamme, per le botte, ma anche per le emozioni che cominciano ad affiorare..
“Andate avanti voi, io vi seguo a piedi con calma, devo schiarirmi le idee..” e lentamente mi accodo al carretto, che suona sinistro, e non riesco a distinguere i gemiti delle ruote e delle legna, da quelli dei malmenati malviventi..