Giorno 1 – notte
Chiappe spelacchiate di Ronan, ma quanto pesa questa dannata pancia? Ma siamo sicuri che ce ne sia dentro solo uno?
L’ho chiesto a Cristilde, ad Anastasia, a Iena e a Lince e mi hanno detto in coro “ma noooooo Lana, stai tranquiiiiiiilla Lana, sarà che son gemeeeeeeelli Lana!”… vabbeh, è tutta gente che se ne intende, no? Quante puerpere avranno fatto partorire, no? Quanti lattanti avranno visto sporcarsi la bocca di latte, no?
…
…
MA CHI CAZZO VUOI CHE SFORNI FIGLIOLI NELLA SCACCHIERA! CHECCAZZONESANNOLORO! Tanto valeva l’avessi chiesto a quel povero coglione che pulisce le latrine da campo! Chi è di turno oggi? GASTONE!
No no, Lana, stai calma porcolimpero! E ripeti leeeeentamente con me: sei circondata da gente competente, ormai sei agli sgoccioli, dai che dopo è tutta in discesa!
Seee, poche volte mi sono sembrata così poco convincente…
Da un paio di giorni non faccio altro che ciondolare sulla branda e mugugnare bestemmie quando mi annodo fra le lenzuola, perché non riesco più a districarmi da sola… ogni tanto qualche anima pia passa a sprimacciare i cuscini sotto la trippa che scende, scende rovinosamente verso il basso e devo dire che, fra Sigrun che tenta di farmi snocciolare non so quale rosario contro l’influsso degli infedeli adoratori di falsi dei e San che mi propone misteriose misture antidolorifiche, la compagnia non mi è mancata. Ma il malessere… ah, questo malessere…
Non so proprio come farò a… occcazzo, LE ACQUE! UN CATINO! MI SERVE UN CATINO!
Giorno 2 – mattina
Ormai l’alba è passata da un pezzo e mi sembra di essere una di quelle vecchie fontanelle mezze scassate dove d’estate trovavano ristoro i cani rognosi che infestano i peggiori moli di Scentiar… Ma non fa così male.
Il che è un male.
I nostri formidabili cerusici dicono che non se ne cava le gambe e che siamo ben lontani dal travaglio… E certo, mi pareva troppo facile! Al momento queste famigerate contrazioni sono pericolosamente troppo sopportabili… Ho passato la mattinata a bisbigliare insulti al Biondo e a Ranjan abbarbicata sul mio cumulo di cuscini e a farmi raccontare storielle futili da chiunque passasse, finché Anastasia e Iena non sono apparsi sulla soglia della tenda nascondendo le mani dietro la schiena. Parlavano a turno come una coppiola di gemelli inquietanti:
“Siamo convinti…” “che qui bisogna affrettare un po’ i tempi…” “e quindi LUI ha pensato…” “no, TU hai pensato…” “no, TU HAI PENSATO di usare un olietto…” “Niente di che eh…” “…dicevo un olietto…” “DI RICINO…” “così le contrazioni arrivano, capisci?” “E anche un mare di merda…” “TU LO HAI SUGGERITO!” “MA TU SEI D’ACCORDO CON ME!” ”E insomma ecco una tazzina!” “Ma ci abbiamo aggiunto tantissimo miele!” “Un’esagerazione!” “E poi Grizzly ti accompagnerà in una bellissssssssima tenda tutta per te… “ “Con una latrina tutta per te…” “E un mastello pieno di acqua calda tutto per te…” “E qualcuno da prendere a schiaffi tutto per te!” “Puoi scegliere anche chi, ti portiamo….” “…cioè, Grizzly ti porterà…” “Sì sì… chiunque tu voglia!” “Tranne me!” “E me!” “Ma degli altri scegli chi vuoi!” “Anche due o tre!” “Te li teniamo fermi!” “Cioè, Grizzly te li terrà…”
E io che potevo fare se non ringraziarli? Certo, l’olio di ricino fa schifo, ma sono stati così premurosi… e poi, se non ti fidi dei tuoi cerusici, ma di chi cazzo ti devi fidare?
Quindi adesso eccomi qui, in questa piccola tenda tutta per me, ad aspettare che la tazzina piena di miele e astio liquido faccia il suoOOOOOOOOO PER LE TETTE DI ELLESHAM OHIOHIOHIOHI LE CONTRAZIONIIIII E LA LATRINAAAAAAARRRRGHHHHHHH
Giorno 2 – pomeriggio
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAARGHHHHHHHHHHHHH PORCO RONAN PORCOLIMPERO PORCITUTTTIBASTARDIINFAMIIIIIIAAAAAAAAAARGHHHHHHHHH
Giorno 2 – sera
Mai, mai, MAI PIÙ mischiare olio di ricino e travaglio. Mai. Mi intendo di torture, ma questa non la infliggerei nemmeno al mio peggior nemico. Pensavo di morire, eh! E mi chiedevo “Ohhhh e perché non muoiooooohh?” e porcolimpero non lo so perché non si schianta, voglio dire, sul campo di battaglia ti ammazzano cose moooooolto meno dolorose e… toh senti! Cyra ha scritto una nuova canzone! Parla di coliche renali, non capisco…
Eh, da quando nella tenda è entrato Leone con un siringoooone e Brando con un cuscinoooooone, è tutto molto più sopportabile e colorato… Cristilde non era convintissima, ma alla fine ha dato la sua benedizioooooone eh eh eh… Brando mi ha preso per la collottola, mi ha cacciato il cuscinone sotto il mento e mi ha detto “mordi qua, almeno non mordi me” e mentre mi tenevano ferma in tre penso che Leone abbia usato il siringone… aaaahhhhhhhhhhhhhh MERAVIGLIA! Adesso siamo migliori amiiiiiichetti per semprissimo… e sto taaaaaaaanto bene adesso!
Da un paio di minuti-ore-settimane-millenni mi stanno rovistando come una narice, ma a me va bene così, siamo tutti amichetti! TUTTI HABIBILINI, capito Ranjan? Non ho mai avuto così tanti amichettolini! Ora sono lì che confabulano, chissà che inventeranno! Dicono… “Non spinge”, “incastrato come il pene di un lupo”, “aprire un bel sorriso”… sembra promettente, no?
Ahhhhhhh, voglio proooooooprio bene a tutti!
Giorno 2 o 3 – notte
…Porcolimpero non sento le gambe. Ma dicono Ienastasia (ormai li percepisco come un’entità unica e binaria al contempo) che ci vorrà un altro po’, e di non preoccuparmi. Non è il mio campo, ma ne capisco abbastanza da fidarmi. E tanto, cazzo devo fa’, so’ inchiodata su un pagliericcio…
Ma in effetti non sono preoccupata. Non ne sono in grado, credo. Non dopo che è comparso un altro siringone, stavolta dalle capaci mani di Cristilde. Cosa sia successo dopo non mi è chiarissimo. Mi ricordo Ienastasia che mi stordivano di chiacchiere pizzicandomi ovunque se non rispondevo. Che mi hanno chiesto? Che avrò risposto? Bah, ormai… Intanto presumo che Cristilde e Lince stessero tirando fuori il pupo con un pratico taglio sotto la trippa. Non è il mio campo, ma ne capisco abbastanza per riconoscere un cesareo. Li ho sentiti armeggiare per un po’, poi ordinare a qualcuno di non azzardarsi a fare qualcosa (Cristilde), armeggiare un altro po’ (Lince), imprecare durissimo (Cristilde, o forse era Ottavia – e che ci faceva lì Ottavia?)… finché non ho sentito un piantolino.
Non è il mio campo, ma ne capisco abbastanza da intuire che era nato, finalmente. Era uscito fuori, il misterioso inquilino. E stava bene, nonostante il fottuto bagno di sangue, lacrime e dolore che avevamo dovuto affrontare. Ienastasia e tutta la truppa lo hanno rivoltato come un calzino, non ci credevano nemmeno loro che era andato tutto di lusso. E ora siam qui.
Una volta tanto, una cazzo di missione compiuta.
Ora posso anche dormire.
Giorno 3 – ancora notte
AHHHHHHHHHH ma quanto cazzo fa MALISSIMOOOOOOHHHHHH
Dov’è ora il siringone? Cristilde, Leone, datemi un siringone! La cacca! La trippa! Le tette! I punti! LE FIAMME DI ORIONE! Ma chi cazzo me l’ha fatto fAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
Giorno 3 – mattina
Maledetto lo scroto di Caliban, esplodesse in eterno… ma chi ha inventato questa cosa della gravidanza? Qual è la divinità bastarda che ha pensato fosse una buona idea torturare una donna così approfonditamente?
I cerusici del mio cuore dicono che in genere si patisce meno, che sono proprio una fortunella e che ora ho davanti a me svariate settimane di tormenti di vario tipo… mmmh, che sfogo di invidiabile CULO, proprio!
Però va detta una cosa, anzi tre.
La prima: ero sicura di aver preso le mie precauzioni (non si lavora in un bordello senza apprender nulla dalle colleghe) e di certo mettere al mondo una prole non era la prima cosa sulla mia lista delle cose da fare (anzi, nemmeno c’era)… ma alla fin del salmo non mi è pesato affatto imbarcarmi in questa impresa subito appena arrivata in questo titanico (ah ah ah) buco di culo. Che sia un segno? Ellesham ha trovato un modo simpatico e per niente impegnativo di farmi presente che la mia vita è finalmente pronta a cambiare? Che se è vero che degli altri mi è sempre fregato poco o niente, almeno per UNA creatura non potrò evitare di provare qualcosa di realmente valido? Mah, credo che siano tutte cazzate. Però.
La seconda: Però è vero, mi frega eccome di questa specifica creatura. E, una volta tanto, è qualcuno che ha davvero bisogno di me. Il suo opportunismo è pienamente giustificato. Lo accetto e sono pronta ad assecondarlo. Insomma, ora che ce l’ho qui fra le braccia involtato come un maiale in porchetta, mi rendo conto di esser pronta a tutto per farlo stare bene. E dire che lo conosco da uno sputo! Chissà quanto gli deve rodere a Ranjan, che dopo mesi è ancora lì con gli occhietti sbrilluccicosi a sperare che lo chiami habibi… Ma questo che significa? Che io non sia quel mostro di refrattarietà e noia che ho sempre creduto? Che sotto sotto mi possa importare davvero qualcosa degli altri? E veniamo a –
La terza: non pensavo che così tante persone si sarebbero spese per accogliermi, accudirmi e prendersi la briga di non lasciarmi morire in un lago di sangue. Dopotutto, conosco tutti da così poco tempo che non mi sono ancora sentita di considerarli già come amici. Ma del resto, ho mai avuto amici? Oggettivamente, che cazzo ne so io di questo argomento? In soldoni, in questo luogo dimenticato dal buon senso divino inizio finalmente a pensare di potermi fidare di qualcuno, quanto meno per tirar fuori un essere vivente da un utero (il mio), che non è roba da poco. È dunque così che nascono le amicizie? Chissà, può darsi. Saranno pure gente stramba e piena di brutte faccende nascoste (nemmen tanto) negli armadi, ma chi non ne ha? E a chi dovrebbe fregare qualcosa? Mi hanno aiutato e mi fanno venire voglia di contraccambiare, anzi, ogni tanto mi va di dar loro una mano perché sì, gratis et amore. È questo che si fa per gli amici? E dunque –
La quarta (mentivo, prima): Non me lo aspettavo, ma ormai ammetto di sentirmi a mio agio in questo buco di culo deliberatamente ignorato dagli dei. Ho fatto bene a venire qui. Son parole grosse, ma qualcuno deve pur dirle.
Questo posto di merda è la mia casa. E. MI. PIACE.
Oh, wooooooooo. Fa quasi paura. Porcolimpero Lana, datti una regolata con queste epifanie, che non le reggi e poi ti saltano i punti.
Beh eccomi, anzi, eccoci qua. Pronti ad affrontare insieme la prossima grande, immensa, terribile impresa che mi tormenta ormai da mesi. Un impegno colossale che non so se ci distruggerà.
…
…
Il nome.
Come cazzo lo chiamo il Piccolo?