La lumière d’un sourire

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Nonostante fosse successo in meno di un secondo se si concentrava Valérie riusciva ancora a sentire il suono che fecero quando scomparvero: PUFH.
Come il rumore di un pugno su un cuscino, innocuo, ma violento.
E anche solo il ricordarlo era assordante.
Ma era l’incertezza a torturarla di più, cosa sarebbe successo? Cosa gli avrebbero fatto? Quale pezzo di loro sarebbe tornato indietro come monito?
Che cretina, quante volte glielo aveva detto di star lontano da tallnuth del cavolo a Vivi? Innumerevoli. Aveva sbagliato tutto. Doveva parlare con Eliot, era lei quella sveglia.
Il ritorno a casa fu stranamente silenzioso per gli standard di Valerie, Diego insisté in tutti i modi per accompagnarla vedendola particolarmente taciturna
“Vale? Stai bene? Non parli tipo da 5 minuti e non ti ho mai visto così… mi fai preoccupare”
“Sto pensando Diego”
“Di solito parli anche mentre pensi, di solito parli anche mentre dormi, di solito parli anche sott’acqua Vale!”
“Secondo te che pezzo di loro ci rimanderanno indietro?”
“Di Vivi spero tanto ci rimandino la scarsella!” Disse Diego.

Valerie rimase colpita dalla risposta ironica di Diego, era così che anche lei avrebbe voluto reagire ai problemi.
Diego voleva bene a Vivi, enormemente, ma non cedeva alla disperazione, non finché non era il momento di farlo.
Così Valerie aveva trovato la soluzione perfetta per stare bene: l’evitamento.
Perché come si fermava a pensarci vedeva le ragazze torturate nei modi peggiori, quindi, molto poco razionalmente, aveva deciso di non pensarci più.
E così decise, non avrebbe gestito quel groviglio di emozioni, avrebbe lasciato che si gestissero da sole.
________________

Passarono i giorni, le settimane, cambiarono i mesi.
La vita aveva ripreso a scorrere tranquilla alla magione di Zio Marcelle, lontano da fantasmi impiccati, orchi, lune ed imperatori.
Le giornate di Valerie passavano oziosamente. La ragazza si trascinava dal sofà, al letto, dal divano, alla sedia del pranzo. L’unica arma affilata che maneggiava era il coltello e il momento più pericoloso fu quando si tagliò il dito con la carta del libro che stava leggendo: “Mille e uno copricapi originali. Con introduzione scritta da Golova Volka Zoja Von Khratos”.

-adoro questo libro-
-La Zarina aveva proprio gusto-
-io volere copricapo che copra volto-
-a me piace quello rosso vermiglio-
-ti piace solo perché ricorda le interiora di un gatto?-
-esattamente-

Forse, FORSE, non la stava gestendo proprio bene.

Stava ammirando il dipinto di un enorme copricapo a forma di cespuglio dorato e ignorando le quattro voci di Yaga, Eliot, Vivi e Rododendro nella sua testa quando sentì bussare alla porta
“Zioooooooooo bussanooooo”
-non urlare così, mi fai scoppiare la testa-
“Vaaaaiii teeee” rispose la voce dello zio da qualche stanza lontana
“Ma io non possoooo” sfogliando il libro
-tu bugiarda, tu può- disse Yaga
“Ti rimando dai tuoiiii” disse lo zio con voce canzonante
-vorrei tanto conoscerli i tuoi- commentò Vivi
-dai Valerie, che ti costa- la voce calma di Eliot riecheggiò nella sua testa.
Valeriè sbuffò e si alzò.
Cinque contro una é troppo.

Quando Valerie aprì la porta non riusciva a crederci:
Diego in ginocchio davanti a lei con una rosa bianca tra le mani
“Sei bellissima mia regina”
-awwww!-
-uuuuuuhhh!-
-ihihihih!-
-io vomita-
“Quella rosa l’hai colta nel nostro giardino vero?”
-forse intendeva regina dell’acidità!- disse Eliot
“É il pensiero che conta, no?”
-come é carino- commentò Vivi
-é dolcissimo- disse Rododendro
-io vomita ancora- frignò Yaga
“Ma che ci fai qua?”
“Ho risposto al tuo invito”
“Ma io non ti ho invitato”
-vabbè ormai che c’é e nessuno lo vuole, posso aprirgli lo sterno?- chiese Rododendro
“L’HO INVITATO IO.” La voce solenne dello zio arrivò da dietro le sue spalle e lei si sentì gelare il sangue
-ora cazzi amari- disse la voce di Yaga
“Eh sì, ora cazzi amari” sussurrò Valerié
“Che hai detto nipote?”
“Niente niente zio, sarà una serata interessante…”
-…e molto affollata- aggiunse Eliot leggendo nella mente di Valerié.
_____________

La cena procedeva formale e silenziosa, l’imbarazzo e la tensione era palpabile finché il silenzio non fu rotto da Diego che era l’unico a non sembrare a disagio minimamente
“Insomma Zietto hai saputo che abbiamo vinto la gara di ballo?” Chiese con eccessiva confidenza rivolgendosi al distinto valdemarita
“HOME MARCELLE PER VOI, DIEGO”
“Quante formalità zietto”
Valeriè si concentrò sul cibo ignorando la rivalità tra i due maschi dominanti
-a questa zuppa manca il sale- disse Eliot al primo assaggio
-io avere tanta fame-
“QUINDI AVETE BALLATO INSIEME?”
“Certo Zietto, mooolto vicini” mimando un movimento di bacino inappropriato
-è così sfacciato, mi ricorda il mio JC- commentò con dolcezza Rododendro
“CON LUCIENE NON HA BALLATO MIA NIPOTE?”
“Preferivate Zietto?” Rispose Diego colpito sul vivo
“CERTO! NOBILE, SERIO, E POI…NON É VOI!”
“Proprio per questo non ha ballato con lui” rispose Diego gongolandosi della risposta
-Bravo Diego! Bella risposta!- esultò con enfasi Vivi presissima dal dialogo tra i due
-ma il cuoco aveva finito il sale? Sembra di mangiare la carta- commentò scocciata Eliot
-io volere mangiare ancora- disse yaga famelica
“NIPOTE? COSA NE PENSI DI LUCIENE?”
“Manca di sale..” rispose Valeriè senza prestare attenzione alla conversazione
“Brava Vale! Vedi Zio? Io ho più sale in zucca, questo intende, o forse metto il sale nella sua vita.. non ho capito… che intendevi Vale?”
“È sciocco!” Rispose Valeriè cadendo dalle nuvole
“Ah! Lo sapevo! Ho vinto io, alla faccia di quel khartasiano spocchioso”
-io volere assaggiare quello, quello e quello- disse yaga indicando più piatti
“A PROPOSITO DI KHARTAS HAI APPRESO LA TECNICA DEL MAESTRO ALEKSIEJ?“
-Aleksiej… spero di rivederlo e poterci riparlare un’ultima volta…- sospirò Eliot
“Spero di poterci riparlare…”
“BRAVA. È INTERESSANTE COME TECNICA”
“Mi piace Alessio, ma scherza troppo con Vale” tagliò corto Diego infilzando con la forchetta il cibo
-in che senso?!- chiese nervosamente Eliot
“No, no, Diego è solo geloso” si giustificò subito Valeriè
“FA BENE. SA CHE TE TI MERITERESTI DI MEGLIO” sogghignò Zio Marcelle contento
“Questo è innegabile, lei merita il meglio e so di non esserlo, ma con lei sto dando il meglio di me stesso e spero che questo conti qualcosa” disse Diego con sguardo di sfida a Zio Marcelle sapendo di aver vinto anche quella battaglia
-vai così Diego!- esultò ancora Vivi presissima
-comunque è davvero dolcissimo- sussurrò Rododendro
“Mi passeresti il sale Vale? È un po’ insipido questo piatto”
-va bene, è quello giusto- concluse Eliot.
_____________

Finita la cena i due andarono fuori per guardare le stelle sdraiati sul prato come gli piaceva fare.
Diego tirò fuori da sotto la giacca una bottiglia di vino rubato dalla cantina dello Zio e Valerie non poté che apprezzare quel furto.
Aveva capito che per Diego rubare qualcosa e donarglielo era un gesto romantico.
-evvai ci si sbronza!- urlò Eliot
“Vale devo farti leggere una cosa, lo sai che non ti tengo segreti….non sei mica Luciene”
-ahahahah buona questa!- rise di gusto Vivi
-perché?- chiese curiosamente Eliot
-niente Eliot, ricordati solo che per il bene a volte bisogna nascondere la verità-
-eh?-
-tu ricordalo- disse drammaticamente Vivi
Diego porse una missiva a Valerie che l’aprì e la lesse:
“All’attenzione di Diego,
Io vi odio e penso che questo sia chiaro, ma Valerie é tornata strana dalla Ventura e di voi mi ha sempre detto che riuscite a farla ridere.
Perciò venite a far ridere di nuovo mia nipote e di conseguenza me.
Home Marcelle La Fosse”
-rumori di singhiozzi-
-Vivi che si soffia il naso-
“Mi dici che succede?” Chiese dolcemente Diego prendendole la mano
“Niente…”
-tu bugiarda-
“Devo far venire Messer Nastrino?”
-chi é messer nastrino?- chiese curiosa Rododendro
-un laccio della manica di Diego che lui inpersonificava per far ridere Valerie-
“No no… niente messer nastrino….
-lei lo odia messer nastrino-
-anche io odierei-
-ma é dolce come gesto-
-sì lo é-
…forse non ho gestito bene il distacco dalle ragazze”

“Capisco cosa vuoi dire.” Disse Diego con tono serio e fissando le stelle
“Per quanto ci rida sopra anche io sono spaventato e preoccupato.
Sai… a volte sento la voce di Vivi che mi consiglia cosa fare, come una fatina, lei é quella buona che mi da sempre i consigli giusti, mica come le altre fatine..”
Valerie lo guardò incredula
“… io lo so che non é la vera voce di Vivi, ma so che il conoscere Vivi mi ha cambiato talmente tanto e talmente profondamente che il suo modo di comportarsi ormai fa parte di me. É una delle mie voci guida, e penso sia il dono più bello che potesse farmi. Qualsiasi cosa succederà Vivi sarà sempre dentro di me.”

-BACIALO!-
-CAZZO ASPETTI?! BACIALO-
-DAAAAAAIIII-
-TU CRETINA MUOVITI-

Valerie non se lo fece ripetere e saltò addosso a Diego, i due si baciarono a lungo sotto le stelle, finché un colpo di fucile non colpì molto, MOLTO, vicino Diego.

“DIEGO, BUONANOTTE.” Disse lapidario lo Zio dalla finestra del casale

Diego prese il cappello e scappò lungo il viale, e urlò senza voltarsi “Notte Vale!”

L’ultima cosa che Zio Marcelle vide prima di chiudere la finestra fu la nipote rientrare in casa sorridendo e pensò che aveva fatto proprio bene a mandare quella missiva, ma quanto lo odiava
“QUEL DIAVOLO DI UN ERIGASSIANO, LA PROSSIMA VOLTA NON LO MANCHERÒ!”

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