Un grido le si riverberava nella testa. Era il grido senza voce dei morti. Anche lei aprì la bocca per gridare, ma non ne uscì alcun suono. La gola le bruciava e le tempie le pulsavano, dove la grossa chela l’aveva colpita. Sulla lingua il
Categoria: La Scacchiera
Ghassan l’Irruento
VERSO A Oh Ghassan, cos’hai fatto La tua vita hai donato per i compagni Strale di veleno, sangue infetto hanno ucciso il cavaliere senza macchia o difetto VERSO B ciò che rimane, son lacrime e dolore, mutate ben presto in forza ed ardore Giustizia e
Millus il Mite
VERSO 1 La nelle sale dei cavalieri andati Millus parla ai suoi fantasmi Coloro che ha perso e che avea ritrovato Coloro che più aveva amato VERSO 2 C’è chi era morto da così tanto tempo Che a malapena ne ricorda i volti Vaga nelle
CIÒ CHE RIMANE
Giorno decimo ottavo della Luna di Ellesham Il cadavere veniva caricato sul carro con una lentezza esasperante. Gli Esoteri delle Masnade gli ronzavano intorno come mosche attirate dal letame, mentre alcuni membri dell’élite del Crepuscolo facevano il lavoro sporco addossandosi il peso di quel corpo
I colori dell’acqua
Anno 5 della Nuova EraXorba sognò molto quella notte, dopo l’epilogo all’ antica Posta: La dama del lago la chiamava. Aveva la conchiglia in mano. Come si avvicinò alla riva di quello che ormai nient’altro che una enorme pozza di fango marrone grigiastro e non
Pioggia
I conati di vomito le avevano lasciato un dolore diffuso all’addome, risvegliando gli sgradevoli ricordi della marcia forzata via dalle Piane. Allora, il dolore l’aveva accompagnata come una zavorra. Come adesso, non riusciva più a capire se era fame, o il cibo avariato. O l’acqua.
Quello che il buio non racconta
“Ora basta! Fuori!!!” tuonò la voce di Sigrun con un marcato accento di Thersa. Ci fu un darsela a gambe generale quando Estrella si pronunciò nuovamente sulla questione degli astrobombi, chiedendo ad Astra se alla fine fosse riuscita a dedurre la loro fisicità. Il problema
A volte l’amore non basta
L’uomo se ne stava comodamente seduto nella penombra della cella, tutto sommato accogliente, che gli era stata assegnata, quando la donna varcò la soglia. Era alta e ben piazzata, con una matassa di capelli biondi e un bizzarro berretto dai colori sgargianti sormontato da piume.
Il problema di avere un cognome
Il campo del Sussurro stava venendo attraversato da una dei suoi membri con passo indeciso. Sotto richiesta diretta di Leone, che aveva bisogno di parlarle, sarebbe dovuta andare immediatamente nel suo wagon. Questo non era mai una buona cosa. Solitamente ci si poteva andare per
Explorator
Doveva essere una missione facile facile: arrivare nei ruderi della casella selvaggia per vedere se fossero rimaste tracce di precedenti colonizzazioni sopravvissute alle avversità della Scacchiera. Come era possibile allora che si trovassero nascosti all’interno di una vecchia cantina, con membri di una cricca intenti