Fuori nella palude era buio e pioveva, ma al riparo dalla pioggia e dai pericoli, nella piccola casetta di pan di zenzero, l’atmosfera era bella ed ospitale. Il forno emanava un bel calduccio e l’aroma della crostata che lentamente stava cuocendo era inebriante.
“Vediamo se hai imparato. Se faccio la pasta frolla e diciamo che uso 500 grammi di farina, quante uova dovrò usare?”
La donna guardava felice il suo bambino, era paffuto, gioviale ed in ottima salute.
“Due mammina”
Il bimbo, era sporco di farina ed imbrattato di marmellata fin sulla punta del naso. Non aveva più di 6 anni eppure aveva già imparato metà delle ricette del libro di cucina e la mamma ne era molto felice.
“Bravo il mio biscottino”
Lei lo prese e lo stropicciò tutto, poi lo abbracciò e lo strinse forte. Era preoccupata. Il suo sguardo inavvertitamente si posò sulla finestra e sulla palude oltre ad essa. Aveva l’aria stanca di chi non dormiva da molto tempo e la paura accuratamente sigillata nel cuore. Non poteva averne, Lucius doveva crescere nella gioia e nell’allegria, lontano da tutto quel male di cui era ricolmo il mondo. Sapeva che lì erano al sicuro, dovevano esserlo, soprattutto dalla gente della foresta.
L’abbraccio durò a lungo, forse troppo, ma lei sperò in cuor suo che potesse non finire mai. Gli annusó i capelli, odoravano di zucchero a velo, cacao e dell’impasto della crostata che avevano appena fatto insieme. Anche i suoi probabilmente avevano quell’odore, ma la gente che vive nelle foreste ne avrebbe sicuramente sentito un altro.
“Mamma mi soffochi”
Lei si tirò indietro, quasi impaurita, cosa sarebbe accaduto se gli avesse fatto per sbaglio del male? Poi riprese la calma.
“È perché carino e dolce come sei avrei quasi voglia di mangiarti e visto che non posso ti coccolo e ti stropiccio quanto mi pare”. Lo guardò con gioia, era il suo piccolo, la sua ancora, l’unica cosa pura che lei avrebbe mai potuto creare.
“Stasera mangeremo una bella torta salata, con le verdure che ho raccolto nella palude, sei contento?”
“Ma mamma io voglio mangiare la crostata!”
“Mangeremo anche quella, ma solo dopo che avrai mangiato tutte le verdure”
“Va bene mammina” Lui la guardava contento, con i suoi occhioni castani.
Era sbagliato, era un errore, ma era un errore talmente bello da far male. Un errore di cui non si sarebbe di certo privata.
“Lucius… “
Digli la verità! Digliela…
No, non devo. Forse quando sarà più grande per capire. O forse sarà meglio che non la scopra mai .
“La mamma dovrà partire di nuovo fra tre giorni. Devo tornare a fare provviste e ti porterò tante cosine, se ti comporti bene anche qualche giocattolo”
“Uffa mamma, ma sei tornata da poco e già parti?”
“Beh, se non esco ogni tanto non potremmo fare tutti i dolci che ci piacciano tanto”
“Allora portami con te”
Lo diceva sempre e sempre era come una lama nel petto.
“Lo sai che non puoi, là fuori è pieno di pericoli. Ci sono i mostri che rapiscono i bambini e le altre persone sono anche peggio. Sono tutte cattive, dalla prima all’ultima. Forse quando sarai più grande. Quando ti sarà cresciuta la barba, se avrai imparato bene la gastromanzia se sarai stato bravo allora potremo parlarne”
La pioggia stava cessando, lei imbandì la tavola ed i due mangiarono, giocarono e risero felici, poi lo mise a letto e gli cantò una canzone, come faceva ogni sera per farlo dormire.
Molti anni sono passati da quel giorno, lei vaga nelle selve, per compiere ciò che deve essere compiuto, con la sua schiera di reietti e di mostri.
Intanto al campo dello Spiantato, il forno brucia piano, aspettando di essere riempito dall’abile fornaio. Il cibo per centinaia di persone non si farà da solo.
Ed inesorabile lui lavora, spianando con forza su quel tavolo che sembra stia per cedere e pensa a ciò che è stato e ciò che sarà.
Scusami mamma per ciò che sono. Quando mi hai abbandonato ho provato a non fidarmi di loro, a stargli lontano, a vederne solo la cattiveria e ad odiarli persino. Ma si sono sempre avvicinati a me, c’è chi era incuriosito, chi mi ha ammirato e persino chi mi ha amato. E ovunque andassi ho creato legami, ma sapevo che non dovevo farlo. Per questo quando mi hai trovato non mi hai voluto con te e mi hai detto di restare con loro. Non me l’hai detto ma só che è così. Scusami mamma per ciò che sono.
Ed inesorabile lui lavora, il cibo per la sua famiglia non si farà da solo.