Nouvelle cuisine

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Il fuoco scoppiettava allegramente nella lunga ed elegante stufa di ghisa che troneggiava al centro della cucina. In tutte le locande di lusso valdemarite anche il regno dello chef doveva essere all’altezza del resto delle lussuose stanze e “Le Coq Flamboyant” non faceva eccezione con i suoi stucchi, le mattonelle finemente lavorate, gli utensili e i piani di marmo lucidati a specchio. Tuttavia lo scintillìo quasi abbagliante non sembrava aver grande presa su Eliot, concentratissima su una padella piatta e sul suo contenuto.
Sautez, ma fille, sautez! Fatela saltare adesso! Di polso, non di gomito!
Femme Magalie le stava con il fiato sul collo, pronta a cogliere un qualunque segno di indecisione o di debolezza nella sua aiutante temporanea: la lunga lista di referenze l’aveva convinta di trovarsi davanti a una parvenue senza alcun talento e femme Magalie provava un insano piacere nel tormentare i dilettanti… ma per il momento era rimasta delusa: nonostante la stesse tiranneggiando già da un paio di giorni, la rozza piccoletta sembrava saper distinguere il da farsi nel marasma di istruzioni discordanti che le venivano date appositamente per confonderla. Ormai la capocuoca del “Coq” aveva iniziato a provare più soddisfazione smettendo di mettere in difficoltà la sua allieva e proponendole invece delle vere e proprie sfide gastronomiche per vedere come se la cavava. E, sacré bleu, i gesti erano poco raffinati, ma il risultato era molto apprezzabile.
Eliot, da parte sua, si stava divertendo un mondo.
D’accord, ça va… e ora piano, allez! Impiattare!
Com’era bizzarra la cucina valdemarita! Tanta fatica per porzioni così piccole di cibi talmente delicati che si chiedeva che razza di palati potessero essere davvero in grado di gustarli… e la presentazione! Perché mai…

“…Perché avete lasciato…”

Eliot si fermò per un istante, rimanendo con il mestolo a mezz’aria. Femme Magalie colse la palla al balzo.
– Beh, che vi succede? Che fate lì impalata? La salsa, ma fille, la salsa! Non si distribuirà certo da sola sul piatto!
Excusez-moi mon chef, finisco subito.

***

Bon, ma fille… vi lascio da sola con le poulet, allora. Non esagerate sotto le ali, d’accord?
Bien entendu, femme Magalie.
– Il forno è pronto… La salsa la preparo io perché è un po’ complessa, ma la prossima settimana c’est à vous, ricordatevelo!
– Sarà un onore, mon chef.
Dopo due settimane femme Magalie aveva deciso che Eliot le piaceva e aveva già progettato di convincerla a lasciare quella sciocca idea di diventare indagateur de quelque-chose e dedicarsi seriamente alla nobile arte della ristorazione. La via di ventura, che orrore! Cosa c’era di meglio di una cucina pulita, ben organizzata e alla moda come quella del “Coq”? Ma certo che l’avrebbe convinta a restare. Lì c’era tutto quello che si potesse desiderare.
– Eh bien, avete preso in considerazione l’idea di rimanere qui? Sapete, i clienti non mancano e io potrei insegnarvi molto sulla grande tradizione gastronomica valdemarita, la migliore di tutto il mondo! D’altronde, non siete qui per imparare? E allora perché…

“Perché avete lasciato la vostra comunità per andare alla ventura?”

Eliot non sentì più una parola di quello che stava blaterando femme Magalie sulla superiorità dei palati valdemariti su quelli di qualsiasi altro essere vivente. Le parole della Pequenha le rimbombarono violentemente in testa, cancellando ogni altro pensiero. Non era sicura che quel giorno la Pequenha stesse parlando proprio a lei (ma Hari pensava di sì), non era sicura di aver udito bene (ma Hari pensava di sì), non era sicura di aver qualche problema con questa domanda (ma Hari pensava di sì… lo pensava?). Dopotutto non glielo avevano già chiesto in tanti in quasi due anni al Nord? E non aveva sempre dato la solita risposta?
Perché adesso questa domanda le riaffiorava alla gola continuamente? Qual era l’ingrediente che non riusciva a riconoscere?
Perché aveva lasciato la sua comunità?
E dopo, perché aveva continuato a viaggiare? Non sarebbe potuta rimanere a Port Ferragane, dove aveva un buon impiego e nessuna preoccupazione? O nella nave del capitano Kovalcz, dove amici e avventura non le sarebbero mancati? Cosa la tratteneva dal fermarsi al “Coq”, dove in breve sarebbe potuta diventare una chef rinomata e con i controfiocchi, rispettata da tutti i gourmands di Caponord?
Perché non si fermava da qualche parte? Che cosa stava davvero cercando? Cosa inseguiva così caparbiamente?

– … Ma foi, va bene massaggiare la carne ma così credo sia sufficiente! O lo infornate adesso o non avremo abbastanza tempo per la cottura… Il tempo è un punto fermo, rappelez-vous! Ci vogliono sempre dei punti fermi dentro una cucina! Dunque, vi dicevo, la predilezione pour les escargots di Monsieur Peridot Blanchfort è cosa nota e per questo noi potremmo…

Eliot si scrollò di dosso tutti i pensieri e infornò il pollo dopo averlo coperto con uno strato di rami di alloro e finocchio, annuendo distrattamente alle parole di femme Magalie. Mentre controllava il fuoco pensò che la chef aveva ragione: ci volevano dei punti fermi, in cucina come nella vita.
Era quasi un anno che aveva incontrato Vivi e Hari e non li aveva ancora lasciati. Non sentiva nemmeno il bisogno di farlo.
Eliot richiuse lo sportello del forno, sorridendo. Il pollo si sarebbe cotto a puntino. Tutto sarebbe apparso chiaro.
Bastava saper aspettare la giusta quantità di tempo.
Il fuoco scoppiettava allegramente nella lunga ed elegante stufa di ghisa.

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