Nicolas mi salutò agitando la mano mentre rientrava nelle sue stanze, io gli risposi con un cenno della testa.
Sarei dovuto tornare anche io nei miei alloggi a dormire, la missione presso Gaea’s Mansion era stata molto stancante, erano diversi giorni che non riposavo a dovere. Per dirla tutta sono 6 anni che non avevo un sonno tranquillo, gli incubi mi tormentano, le mie occhiaie lo testimoniavano… Non faccio altro che sognare il mio villaggio in fiamme e i miei genitori morire davanti ai miei occhi… Maledetti Hob…
Così decisi di tornare nella solita taverna: un luogo piccolo e lurido, ma fanno un ottima birra e lo stufato costa poco, e con quella poca carne che mettono dentro mi sarei stupido del contrario!
Mi misi a sedere accanto a un uomo accasciato sul tavolo dell’oste, probabilmente ubriaco marcio.
Feci un cenno con la testa al taverniere, che capisce e mi porta la solita pinta di birra, frugo nel porta monete, riesco a racimolare qualche spicciolo e li allungo a quel grosso uomo oltre il balcone che mi ringrazia con un mezzo sorriso.
Stavo per iniziare a sorseggiare la birra quando l’uomo accanto a me, senza alzare la testa dalle braccia, fermò l’oste trattenendolo per un braccio..
“Portamene un’altra Herbert ne ho bisogno…”
“Ti ho detto di andartene vecchio, sei ubriaco e non hai più un soldo, non riceverai nemmeno mezzo bicchiere d’acqua da me”
Il barista con uno strattone si liberò il braccio e fece per andarsene, ma l’uomo con più forza e insistenza lo bloccò di nuovo!
“ehi…ehi..*HIC*.. fermo qui…”
Rompendo una catenina che teneva al collo e estrasse una piccola medaglietta che era legata…la mostrò all’oste, con la coda dell’occhio scorsi solo un simbolo che era impresso sopra…
“Beh questa dovrebbe valere qualcosa…*HIC*”
L’oste non fece in tempo ad avvicinarsi alla medaglietta per visionarla meglio..Gettai la mia sedia in terra e, prendendo l’uomo ubriaco per il collo, lo sollevai a mezz’aria…
“Figlio di un Hob… Sai almeno cosa stavi per fare? Da chi cazzo hai rubato quella Piastra? C’è impresso il simbolo della Legione degli Orfani… ragion per cui non può appartenere a uno zoticone come te!”
Ero infuriato, avevo i muscoli in tensione e gli occhi pieni di rabbia.
L’uomo alzò gli occhi verso di me e contraccambiò il mio sguardo pieno di ira con uno pieno di tristezza.
Fissai il suo viso… Notai le occhiaie, sintomo di notti insonni; rughe sulla pelle, molte derivanti più ad una vita piena di inquietudine, che alla senilità; vidi cicatrici sparse ovunque, quest’uomo aveva visto molte battaglie…
Sfiorò la mia mano, quella che lo teneva sollevato da terra… lo lasciai andare, l’ira e la rabbia erano sparite.
Appena toccò con i piedi per terra notai che non appoggiava bene una gamba al terreno, e quando provò a muovere pochi passi mi accorsi che la trascinava.
L’uomo si piegò a terra in maniera goffa, raccolse la medaglietta che era caduta durante la nostra colluttazione e si rimise a sedere al balcone…
“Non l’ho rubata a nessuno questa medaglia… è mia! E come tale posso fare di essa quello che voglio *HIC*!” mi disse.
“Ormai questo vecchio, storpio e decrepito sarebbe solo un intralcio per chi varca le Terre di Nessuno…*HIC* L’unico ricordo delle mie avventure è questa medaglia e una manciata di storie di battaglie…”
Pulì la medaglia sulla manica del vestito e la allungò di nuovo all’oste.. Questa volta fui io a bloccare la mano al barista; frugai di nuovo nella mia sacchetta e tirai fuori le ultime scaglie…
“Il prossimo giro lo offro io Herbert… E tu vecchio, hai detto conosci delle storie… che ne dici di raccontarne qualcuna a me?”
Passai la notte con il vecchio Anatol (questo il nome dell’uomo) che mi raccontò storie sulla sua vita da Legionario: gli scontri contro gli Hob, il duro (ma intrepido e valoroso) comando di Vladilena, di come avesse ricevuto quella medaglia all’onore.
Non sembrava un ciarlatano, raccontava troppo bene quelle storie per essere storie di pura fantasia… e io iniziai a credergli.
Mi parlò del suo ultimo scontro…vidi la tristezza nei suoi occhi mentre mi raccontava di non poter più marciare assieme ai suoi compagni: un comandante della Tirannia Hob gli aveva trafitto la gamba destra con una lancia… mi disse:
“Quel bastardo di un lanciere Hob l’ho ucciso con il mio coltellaccio mentre ero in ginocchio…il problema era il suo compagno che è riuscito a colpirmi alla testa con una mazza! Mi sono svegliato solo a battaglia terminata nella tenda di un cerusico… Storpio e con problemi a stringere una spada tra le mani”
Raccontava la storia con il sorriso tra le labbra descrivendo quello scontro come un epica battaglia… ma i suoi occhi si stavano riempiendo di lacrime.
Lo aiutai ad alzarsi, ormai l’ora era tarda e l’oste voleva chiudere il locale.
Accompagnai Anatol fino a casa sua, ormai stava albeggiando.
“Ragazzo, sono stato tutta la sera a raccontarti storie su di me e sulla Legione, ma non so nemmeno il tuo nome o come mai ci tenevi così tanto a quei racconti…”
“Ikaros…Mi chiamo Ikaros, e anche io voglio camminare fianco a fianco assieme ai Legionari… questo è il mio obiettivo!”
Fece un grosso sorriso.
Aprì la porta di casa sua e mi fece cenno di aspettare sulla porta. Tornò trascinando un sacco dal quale proveniva un rumore metallico.
Lo aprì mostrando pezzi di una vecchia armatura ammaccata.
“Tieni, ormai a me non serve più… Che ti sia di buono auspicio.”