Nicolas trascinava il pesante bagaglio di lady Kaireen sul viale del palazzo, così, oltre al peso assurdo del contenuto, si doveva portare dietro anche la neve.
– Accidenti KAIREEN! Ma cosa vi siete portata, i sassi?-
La lady lo guardò con ovvietà
– Certo! Sono uno scultore! Mi porto la materia prima!- con la mano sinistra afferrò il bagaglio e lo sollevò con la stessa facilità con cui si solleva una pochette.
– ma che..! Ah!- Nicolas, sconsolato, aprì il portone
– Mia lady è arrivata la “leggiadra” lady Kaireen!-
– Ad Athar nemmeno avete le porte!- Hildegard stava sbraitando in faccia a Sir Rinhad, brandendo un tagliere di pino molto grande, sul quale qualcuno aveva scarabocchiato l’alfabeto
– Dettagli marginali di una storia bellissima!- Il sacerdote afferrò un asse di legno e tese la mano alla lady – Accettate la sfida o avete paura?-
– Ah! Paura io? Piuttosto voi! Se vi schiantate in un albero servirà uno del Finlineal per rimettervi a posto!E non voglio dover andare ad Athar con una scatola di ingranaggi dicendo: “Scusate Rahis, mi si è rotto Sir Rinhad!”-
Kaireen e Nicolas osservavano la scena attoniti, quando da dietro un divanetto spuntò la testa bionda di Edmund, che, dalla cera pessima, doveva aver dormito lì.
– Buongiorno Principessa!Signori! Mi pare di comprendere che abbiate bisogno di un arbitro…e magari di uno che gestisca i soldi delle scommesse..-
– Da quanto sei lì, scarafaggio?- Hildegard lo guardò minacciandolo con il tagliere ouija
– Da abbastanza da capire che mi conviene scommettere sull’uomo meccanico!- si alzò e fece un inchino lurido a Rinhad che alzò gli occhi al cielo.
– Ehm…si.- Kaireen battè insieme le mani per interrompere quella scena pietosa – H! Dove mi metto?-
– Dove sei più ispirata..in giardino? Che ne dici?-
– Mi piace, c’è il sole, gli uccellini…-
– Si…bello…roba da vomito…Ti servirà un aiutante assistente…-
Nicolas stava strisciando via lungo muro
– Nic!-
– No!- Kaireen e Nicolas risposero all’unisono, ma Hildegard era troppo presa dalla sua sfida per notarlo
– Uff! H, ma lui è strano!-
– Io strano?- La piuma del cappello si piegò sorpresa – Tu invece? Che sollevi i massi?-
– Sollevate i massi?- Edmund drizzò le orecchie – E quanto sollevate? Vi rendete conto di quanti soldi possiamo farci?-
– Ah basta! H, ricordami il soggetto!-
– Mi serve una Garguglia che ghermisce un fiocco di neve!-
– E come la faccio?-
– Che ne so, sei tu l’artista! Vado! Devo rendere questo leone uno scendiletto!A dopo, buon lavoro!-
Hildegard, seguita da Rinhad sghignazzante uscì con Edmund, lasciando Kaireen e Nicolas a guardarsi in cagnesco.
Il pendio era mortale, solo due pazzi si sarebbero lasciati scivolare sulla neve con le tavole, ma Hildegard era Thersiana e per oggi, non era ancora morta. Si era portata una pozione di cura e una scatola degli attrezzi per sistemare sir Rinhad, convinta che una volta svegliato, si sarebbe aggiustato da solo se in possesso di un buon cacciavite.
– Allora Athariano, questa si chiama neve ed è scivolosa, non come quella vostra…- fece un gesto schifato con la mano
– Sabbia?- lo sguardo piatto di Rinhad fece scoppiare Edmund in una chiassosa risata
– Si, quella. Non vorrei dover raccogliere i vostri denti, ecco… E non vorrei che stando troppo al freddo vi rinseccoliste come se foste un povero varano.-
– Un…cos..oh! Lady, un varano?-
– Gli Athariani muoiono al freddo, i varani muoiono al freddo, la logica suggerisce che gli Athariani siano varani!-
– Perchè non draghi rossi?-
– vi sembro leggiadra come la regina dei ghiacci?-
– che c’entra?!? No!-
– Se io non sono la regina dei ghiacci voi non siete un drago rosso, fine della discussione! Andiamo Edmund! Prima che sir Varano spiri per il freddo!-
Rinhad sbuffò rumorosamente
– Ve la faccio mangiare la neve, lady!-
Edmund si staccò dal piccolo gruppetto di popolani dove raccoglieva le scommesse e si avvicinò ai due concorrenti
– Allora, lady, sir, voglio una gara corretta! Niente incantesimi!-
Hildegard lo guardò male e abbassò la mano
– ..e niente favori divini!-
Rinhad posò il simbolo sacro e alzò le mani innocentemente.
– Al mio tre! Uno….due…-
La piccola folla si aprì per far passare un pazzo lanciato a tutta velocità sul suo scudo, che superò i due riempiendoli di neve e arrivò in fondo alla discesa in un battibaleno, acclamato dai paesani.
Hildegard si alzò in piedi furiosa e per poco non si ammazzò sul ghiaccio
– Ehi, spilungone! È una gara privata!-
A volte, il proprio cervello si accorge delle cose un centesimo di secondo troppo tardi. Un povero neurone viene mandato a fare un compito ingrato e, quando la materia grigia realizza, ne manda subito un’altro di corsa, cercando di fermare il primo, cosa impossibile, dato che corrono alla medesima velocità.
Ecco cosa accadde nel cervello di Hildegard.
Quando il primo neurone si voltò compiaciuto verso il secondo per la frase pungente, l’espressione ebete scomparve dal suo visino vedendo la mano tesa e la disperazione del collega. Rimase basito un attimo da neurone e poi capì.
Da dietro la curva innevata, i boccoli biondi di Urania spuntarono innervositi e i suoi occhi azzurri si rivolsero al cielo, prima di essere coperti con la mano dopo la parola ” Spilungone”.
Il secondo neurone, era portatore della seguente riflessione: urania era in erranza col duca, non aveva senso che stesse lì da sola….Il Duca, che in effetti aveva uno scudo enorme e che, sempre in effetti, era uno spilungone.
La faccia vittoriosa di Kaspar e il suo unico occhio azzurro, fecero morire Hildegard, che rimase paralizzata puntandogli il dito. Rinhad, per sicurezza, lanciò un sortilegio di cura sul Borgomastro, per prevenire un infarto secco e poi le abbassò il dito, paralizzato dal terrore.
– HILDEGARD!- Urania afferrò il tagliere da gara e glielo sbatacchiò in testa – Metti a terra quel ginocchio, sei di fronte al Duca!-
L’imbarazzo, impediva ai presenti di sentire il forte rumore prodotto da Edmund che si scavava una via di fuga nella neve come una grossa, malata, lurida talpa.
– ..Ho capito…ma..-
– Ma che cosa, Kaireen?- Nicolas si reggeva la fronte, disperato
– Ma se la Garguglia regge un fiocco di neve…è la Garguglia che è minuscola o il fiocco che è gigante?-
Nicolas aggrottò la fronte
– ma che ti cambia?-
Kaireen fissò il blocco di marmo nero
– Bhe…le …proporzioni!-
– Ma che ti frega? Fa una Garguglia e via!-
– Ma io non le ho mai viste! Fammi da modello!-
– E come faccio?!?-
– Che ne so trova un costume! Uh guarda ecco H!ciao H!-
– Quindi, mia lady, avete sistemato bene il palazzo?-
Il gruppo assurdo di discesisti imboccò il vialetto coperto di neve
– Ehm, si…mio signore…c’è ancora qualche problema tecnico di spettri…..ma va bene! Si mangia bene..tutti mangiano bene..tutti a scrocco…-
– Ah, ma che bel pozzo! Quella cupola che lo copre..così lucida..mi pare familiare..-
– È il pozzo che ho fatto costruire con i soldi ricavati dalla vendita dell’anello di fidanzamento di Max….ehm…sua grazia..-
– Ecco perchè era familiare…Ma quella non è lady Kaireen? Che sta ciacciando?-
– mi sta scolpendo una statua da mettere sul tetto!-
– Occhio che non ciacci tutte le tegole..ce lo darei io, ma ne ho uno solo…- il duca attese qualche secondo per vedere in quanti ridevano, ma Urania li aveva già congelati tutti, quindi la battuta, tipicamente Thersiana, morì lì.
-Buongiorno lady Kaireen! Cos’è, sopra il marmo di lady Hildegard c’era un orsetto?-
– Cos..ma come vi permettete!- Kaireen morì dentro voltandosi, paralizzata dal sorrisone furbastro del duca.
– Mastro Nicolas, uccidetemi!-
– Mai Kaireen- Nicolas, che se avesse potuto le avrebbe fatto un ritratto da riguardare nei momenti tristi per ridere un’ora, si inchinò teatrale, facendo roteare il cappello, senza fare una piega, essendo l’unico con la faccia da ” di dietro di asino” da fingere di non essere sorpreso – Vostra grazia, benvenuto! Posso offrirvi qualcosa da bere?-
– Certo, parassita- lo sguardo tagliente di Hildegard ferì la fronte del cerusico – perchè glielo offri tu, perchè è roba tua! Vabbè, vado a far preparare il pranzo, c’era coniglio di palude oggi…lo faccio cambiare…-
Hildegard si incamminò verso la porta e Edmund la raggiunse a corsa
– Due domande principessa!-
– Sentiamo!-
– La prima, il coniglio di palude…sarebbe ratto, vero?-
– Possibile…la coda è lunghina per essere un coniglio e non costano niente…-
-mmm..bene…la seconda: come pensi di portare una statua di marmo sul tetto? Mica ci manderai me, eh? Sono troppo belloccio per schiantarmi sul vialetto…-
– a parte che- la maga alzò un dito -decido io se staresti bene o no incastrato tra le fughe del mio vialetto, sono un mago, io!tsè!-
– quindi?!? Mi domini e mi ce la fai portare?-
– a parte, si, ma potrei anche dare vita alla statua!-
-ehm…cerrrrrto…- il sopracciglio di Edmund era pari solo a quelli di Urania – Quindi, mi aspetto una garguglia che passeggia?-
– Si Bello, anche una manata! Va a lavorare, sciò!-
– Eccoci…- Urania fissava la casa sconsolata, si tirò su le maniche e prese un secchio.
– cosa fate, lady?- Rinhad appoggiò la sua asse da gara e la guardò perplesso.
– dovete sapere, sir, che questa casa del cav…piffero, è piena di spettri, quindi, darò il cencio con l’acqua santa!- mostrò il secchio pieno al sacerdote, che ricordò i vari rumori della notte.
– Ieri notte, lady, qualcuno si è lanciato dalla finestra..-
– Alle tre, vero?-
– come ogni notte…avete due spazzoloni?-
– Certo, sir Rinhad!-
Incrociarono gli spazzoloni e si guardarono preoccupati
– Attento, mai incrociare gli spazzoloni!-
– Ah, giusto!- e si avviarono dentro
Il duca osservava le rose compiaciuto, fino a che non fu interrotto da quella che sembrava in tutto e per tutto lady Hildegard: stessi vestiti, stesso taglio di capelli, stesse movenze, con in mano un cestino di uova.
– Ciao Zucchero…- il sorriso lascivo della fanciulla lo mise in difficoltá
– Ehm…ehm…io veramente..-
– Sei carino per essere un veterano, vuoi giocare?-
– Cos…? Io, veramente, sarei il Duca Kaspar…-
– Oh bellezza, per una corona puoi essere chi vuoi…intanto tieni, porta queste al borgomastro, ci vediamo!- gli fece l’occhiolino e corse via, lasciandolo basito di fronte alla serra.
Hildegard cercò di far apparecchiare al meglio, evitando il servizio di piatti stregato e quello maledetto, quando vide il duca, perplesso con in mano un cestino di uova infiocchettato
– Credo, mia lady, di essere stato appena circuito!-
– Cosa?!? Oh, mi dispiace…è così, è gente semplice…Era quella che somigliava a me o quella che somigliava a mastro Nicolas?-
– A voi…aspettate! C’è una prostituta che assomiglia a mastro Nicolas?!?-
– Una storiaccia, duca…una storiaccia…accomodatevi!- poi il suo sguardo fu catturato dalla cuoca che rideva, fissando il corridoio
– Ora che c’è?-
– L’athariano che da il cencio lady…roba che non si vede tutti i giorni!-
Sir Rinhad era tutto preso dalle piastrelle del corridoio, bofonchiando qualcosa di incomprensibile. Hildegard lo raggiunse e lo bloccò.
– Sir! Oddei cosa fate? Siete un ospite qui, che figura mi fate fare?-
– È un’idea, geniale, di vostra cugina!- soffiò via il turbante dalla sua faccia, che stava cadendo stupito – Do il cencio con l’acqua santa!-
Hildegard lo fissò un attimo, tentando di capire se stesse parlando sul serio, poi lo sguardo determinato di lui, avvalorato dall’assurdità del piano, le fece capire che era serio.
– Ah…allora, se non vi dispiace, stamani ho versato il caffè vicino alla mia scrivania, su in biblioteca, potreste ” santificare” anche lì?con un pò di sapone santo, magari…-
– Bel tentativo, lady, ma di sopra ci pensa già lady Urania!-
La canzoncina felice di Urania, fu disturbata dal grido “NOOOOOOO” della cugina, che si teletrasportò disperata davanti al camino, cercando di farle smettere di bruciare tomi.
– Levati strega! È roba imperiale!-
– No,no!- ne afferrò uno e cercò di spegnerlo – Valgono centinaia di monete!!!-
– Monete sacrileghe!- Urania cercava di centrare il camino schivando Hildegard, senza smettere di canticchiare – Levati, da brava!-
– La biblioteca era chiusa, come hai fatto ad entrare?- La maga in lacrime cercava di levarle i tomi dalle mani
– La serratura maledetta si è ritirata di fronte alla mia albarda sacra, ora, ti devi levare!-
– Ho un compratore, la mia segretaria me li piazza bene!-
– Non vorrete vendere libri imperiali, lady?-
Il duca le beccò avvinghiate allo stesso tomo, davanti al camino.
– No!- La menzogna lurida uscì velocemente dalla bocca di Hildegard, essendo essa viscida e scivolosa. gettò il tomo nel fuoco, fissando il duca e una lacrima le scese sul viso, sulle note di quella psicopatica della cugina che continuava a canticchiare.
Dopo aver bruciato circa mille monete d’oro di roba illegale, scesero per pranzo.
Hildegard si sedette accanto alla cugina, con la testa tra le mani, pensando a quanti danni avevano appena fatto.
– Ah!- Edmund non si lasciò scappare l’opportunità di prenderla in giro – Bella cera, principessa! Che è successo, visto un fantasma?-
– Impossibile!- Sir Rinhad innalzò lo spazzolone al cielo – Se ci sono, sono nei bagni, lì non ci sono passato!-
– Bene sir…ottimo lavoro. No verme tubicolo, sai che ho fatto?- Edmund la guardava ridendo e questo lei non lo sopportava – Ho appena bruciato mille monete d’oro!-
Ancora oggi, tutti i presenti ricordano il rumore del cuore spezzato di Edmund, quando cadde paralizzato dalla sedia come i sorci di fronte alle tigri.
– H!- Kaireen entrò felice – Ho finito e, contrariamente ad ogni aspettativa, devo ringraziare Nicolas!-
La statua della Garguglia era bellissima, lucida e furbastra, perfetta!
– K è bellissima! Ma che c’entra Nicolas?-
Lentamente, vergognandosi come un cane appena tosato, Nicolas entrò nella sala con un pigiamone grigio al quale aveva appuntato due ali di pipistrello di cartone e una lunga coda. Sulla fronte, aveva delle corna incollate con il suo ultimo ritrovato “la colla perenne”.. lo aspettavano giorni terribili.
Il duca lo guardò per un pò e poi scoppiò a ridere
– Vi vorrei così davanti a lady Helen! Sai che faccia!-
– Temo che per un pò sarà così, mio signore…faccio riprendere il delinquente- si avvicinò ad Edmund- Sennò avremo un altro fantasma!-
Affascinante come il grido di Edmund sembrasse quello di una bimba boccolosa di sei anni.
Vedendosi la Garguglia-Nicolas davanti, si riprese di scatto e fuggì in camera sua; ancora oggi, nessuno gli ha detto la verità sull’accaduto ed è tutt’ora convinto che la statua di Kaireen sia viva e lo voglia importunare.