“Sei mia ora, Viktoriya”

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Il sole illuminava il giardino della magione.

Tutto era pronto per la cerimonia e tutti erano in fermento.

C’erano proprio tutti.

Viktoryia si stava finendo di preparare in camera quando entrò il padre.

“Sembri tua madre, ma quella collana non ci stona un pò con il vestito?” Disse indicando il lascito di Iker alla figlia.

“é perfetta.” Concluse lei lasciandosi sfuggire una lacrima.

In quel momento entrò il primo genito e il padre li lasciò da soli nella stanza.

“Vivi ricordati sempre quello che ti ho detto, meritiamo qualcuno che ci metta al primo posto, sempre, io sarò sempre al tuo fianco.”

“Lo so- disse la ragazza sorridendo di gratitudine- e io ci sarò per te, saremo sempre al primo posto l’una per l’altro.”

I due fratelli si abbracciarono allungo come se il tempo non fosse passato da quando erano solo dei bambini, due anime che si toccano senza fondersi ma legate tra loro in eterno.

***

Dopo una lunga attesa la cerimonia iniziò sotto gli occhi di amici e parenti.

***

Viktoryia abbassò lo sguardo un attimo e quando lo rialzò non vide ciò che si aspettava.

Corpi dilaniati ovunque e sangue che arrivava a bagnarle il vestito, nessuno era rimasto vivo.

Si voltò verso Jagosh ma lui non c’era più.

Occhi di ghiaccio al suo posto con fauci lucenti, le sue mani strette nelle grinfie della bestia che le stava di fronte.

“Sei mia ora”

Il tempo di sbattere le ciglia e tutto era tornato alla normalità.

“Tutto bene Vivi?” 

Jagosh si era accorto che qualcosa non andava.

“Niente niente l’emozione”

Non era stata molto brava a mentire.

***

Arrivò il momento che tutti stavano aspettando, IL CIBO.

Elliot aveva dato il meglio di sé, c’era cibo a sufficienza per un esercito e la sua bontà era pari solo al suo aspetto invitante, non sarebbero mai stati in grado di ringraziarla abbastanza.

***

“Continuo a non capire Diego.”

“Jagosh ma sei un burro??? Le uova le trovi nel comodino e poi le devi covare! Ti giuro che poi nascono dei bei falconi!”

“Non credo che lei faccia le uova.” Ribattè il giovane dubbioso.

“In effetti Valeriè mi ha detto che così fanno gli eredi, magari vi scappano dei cuccioli!”

“Il primo è nostro di diritto!!” Si intromise Raul. “Dovremmo pur guadagnarci da questa situazione, siamo poveri adesso, ho speso quello che restava per il vostro regalo!”

“Ma è un mulo!” Si lamentò Jagosh, indicando l’animale che stava placidamente dormendo li vicino con ancora in bocca un pezzo della tovaglia che stava masticando.

“Mica un mulo qualsiasi! É QUEL MULO!”

Gli occhi del giovane khartasiano si illuminarono di ammirazione.

***

Piano piano gli ospiti si dileguarono per tornare alle propie dimore lasciando i giovani sposi soli.

“Guarda cosa ci ha regalato Valeriè!” Esclamò Viktoryia tutta contenta mostrando un quadro raffigurante un piccolo cagnolino dallo sguardo fiero che indossava un’armatura e imbracciava una lancia.

“Jean-Claude invece ci ha regalato questo”

Sventolando un pezzo di carta con su scritto -buono per una notte alla scoperta di JC-.

I due si misero a ridere felici come non lo erano da un sacco di tempo.

Il ragazzo prese per la vita la giovane e i due si baciavano prima di entrare nella camera da letto.

“No stasera no!- urlò Jagosh indicando Igor – almeno stasera lui rimane fuori dalla camera da letto”.

“Andiamo Igor” La ragazza chiamò il cucciolone, e piano piano gli sussurrò “Tranquillo rimani sempre il mio capobranco preferito.”

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