Indice

I Liturghi

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“DIVIDE ET IMPERA”

Trad. “Dividi e così conquista”

(aforisma della Camarilla)

La Camarilla dei Liturghi ammaestra nell’arte del potere collettivo e si basa sull’utilizzo di specifici e potenti rituali. I poteri inferiori che ne scaturiscono consentono a piccoli gruppi d’individui di scambiarsi o condividere peculiari talenti, mentre le arti liturgiche più elevate vertono su solenni cerimonie rituali in grado d’invocare autentici prodigi. L’apice dell’arte è dunque stabilire una sorta di “simbiosi” tra gli accoliti, ossia “trasformare l’Uno nel Molteplice” (“Ex Uno Plures”), onde esaltare e moltiplicare le virtù dei singoli.

Il codex della Camarilla è la Matrice, l’insieme di concetti e pratiche costituenti lo scrupoloso iter che determina l’allestimento di un rito per mezzo di elementi iconici, chiamati Diagramma, e un enigmatico sorteggio che può amplificarne oppure sovvertirne gli effetti.

Il Diagramma, come dice il nome stesso, si basa sull’atto di tracciare delle linee, fino a formare la figura base del rito. Tuttavia, la presenza o meno di ogni singola linea è affidata alla sorte (Northia), tramite il lancio di un dado o di una delle monete tipiche della Scacchiera (bifore). In tal modo, si formerà una figura mistica più o meno completa, che potrà essere favorevole o sfavorevole per l’esito del rito stesso. La scelta del luogo ove tracciare il Diagramma allo stesso modo può propiziare le sorti del rito, anche se il criterio di tale scelta rimane avvolto nel mistero per i più, e solo i membri della Camarilla di volta in volta provvedono a spiegarlo ai propri gregari.

I rituali più semplici ambiscono a ricreare la forma perfetta del quadrato. In realtà le vere origini di questo Diagramma giacciono nelle mani dei membri più fedeli della Camarilla. C’è chi trova in esso un’analogia con alcuni elementi mistici cabalistici, ove il quadrato è legato alla materialità. Pertanto tracciarlo ha il significato di realizzare un’espressione concreta delle essenze mistiche. Il quadrato con le sue diagonali (cruciforme), ossia quattro triangoli interni, rafforza tale concetto. Il triangolo è difatti legato alla spiritualità, e moltiplicarlo per quattro ancor una volta conferisce una sostanza tangibile alla sua essenza soprannaturale. Altre fonti invece associano i Diagrammi dei Liturghi alle influenze dello Sciamanesimo diffuso nelle Lande Selvagge, ove il quadrato è la forma elementare delle costruzioni mistiche (dolmen) che i druidi realizzano sovrapponendo tre imponenti megaliti in modo che la terra stessa ne ‘chiuda’ il quarto lato (soglia). Queste strutture rappresentano una sorta di cancello tra il mondo terreno e i reami soprannaturali. Un certo numero di dolmen è spesso impiegato per realizzare un perimetro quadrato tagliato da diagonali (cromlech), il quale amplifica il potere dei singoli elementi.

Per quattro volte dunque sarà lanciata la moneta rituale, e ogni volta la sorte decreterà favore o danno, cioè presenza o assenza della linea nel Diagramma, concedendo agli officianti una Matrice di sedici combinazioni possibili, ognuna legata a una diversa congiunzione del fato. Nei rituali più complessi, che possono conferire straordinari poteri o influenzare la sorte stessa della Casella, ma che richiedono incredibile perizia, la figura mistica è composta da sei linee, offrendo una Matrice di ben sessantaquattro combinazioni, che solo i Liturghi più esperti sapranno decifrare.

Oltre alle linee, l’altro elemento cardine nell’allestimento del rito sono gli oggetti, i viatici, che possono esser collocati all’interno del diagramma. La loro presenza potrà influenzare gli effetti che scaturiranno dal rituale. I viatici hanno varia forma e natura, possono appartenere al reame Minerale, Vegetale o Animale, dunque esser tanto persone, piante, animali o cose. La loro peculiarità è comunque quella di essere in qualche modo legati al luogo ove il rito viene svolto. Tanto più tali oggetti sono affini allo scopo del diagramma tracciato, tanto più forte ne sarà il risultato.

All’interno della Camarilla non vige una rigida gerarchia, ma ciascun membro svolge il suo ruolo nella preparazione e nell’espletamento dei rituali.

Iniziati: O adepti, tutti coloro che vengono ammessi nei ranghi inferiori nella Camarilla, e dunque iniziati all’Arte.

Aleafanti: Coloro che supervisionano l’allestimento del rito e si occupano di interrogare la sorte con il sorteggio del dado o della moneta. Alcuni di essi, in virtù dei loro studi, hanno facoltà di imporre all’occasione la propria volontà sul fato, decretando al posto della sorte il risultato del lancio del dado, e dunque la presenza o meno di una linea del Diagramma.

Il Portatore della Torcia: colui che decreta il luogo in cui viene tracciato il Diagramma, onde favorirne i poteri e stabilire gli oggetti più adeguati a propiziarlo, e rappresenta il punto fisso da cui esso viene letto e interpretato.

Edificio sede della Camarilla dei Liturghi e della loro biblioteca è il Telesterion, che si trova nel cuore del Vico di Velathri. Il ruolo di Altomastro del borgo e di fondatore della Camarilla dei Liturghi è condiviso dalle Tre Sorelle, Vanth, Alpan e Uni, le quali venerano il Nume Insonne Charun la Molteplice. La patrona del popoloso Vico e dei Liturghi rappresenta la simbiosi tra l’Uno e il Tutto, l’individualità che si frammenta nell’infinità dell’universo, poiché, come afferma uno dei dogmi dell’Insonne, “non si è mai una cosa sola: come la superficie di una polla d’acqua si frammenta in innumerevoli onde al gettare di un sasso, come il tempo si dilata in passato, presente e futuro, come un raggio di sole si scompone nelle sfumature dell’arcobaleno, così la verità può assumere mille volti, e ognuno di questi fa parte della verità stessa”. Charun è nondimeno definita “la signora una e trina” e incarna l’essenza di verità, dubbio e menzogna.


Le Tre Sorelle

Al suo credo sono devote le Tre Sorelle. Pur condividendo lo stesso sangue, mai fanciulle su Whanel furono così diverse.

Alpan la Saggia, pur la più giovane delle tre sorelle, è anche di queste la più pacata, paziente fino allo sfinimento, sempre con un sorriso serafico sul volto, che si dedica ai suoi adepti per istruirli nell’arte dei rituali. Nonostante la giovane età, è stata la prima delle sorelle a tracciare le figure mistiche e porta con sé le prime corde utilizzate per disegnare le linee. Il suo oggetto preferito, che tiene sempre in mano o nascosto tra le vesti, è uno specchio che si dice possa rivelare la vera natura di ciò che vi si riflette. Durante le sere invernali intorno ai fuochi, ben lontani dalle orecchie di Alpan, alcuni insinuano che possa strappare parte dell’anima di chi osa fissarlo troppo a lungo.

Vanth la Custode è la più silenziosa ed enigmatica delle tre. Difficilmente condivide i propri pensieri con chi la circonda e passa le sue giornate nella grande biblioteca di Velathri, di cui è la guardiana. Possiede innumerevoli pergamene, alcune sembra precedenti alla fondazione del Vico, e porta con sé un libro in cui si dice custodisca tutti i rituali che sono stati eseguiti dai membri della Camarilla. Dedita allo studio dei fenomeni naturali, ha l’abitudine di conficcare chiodi ovunque si rechi, si dice onde rappresentare l’imporre della sua sorte sul luogo e l’ineluttabilità dello scorrere del tempo.

Uni la Bella è la maggiore delle tre sorelle. Austera e meticolosa, ama i fiori dai colori più sgargianti e trascorre gran parte del tempo nei boschi a raccoglier vegetali e funghi oppure nella sua serra, ove possiede una collezione di piante rare essiccate da cui estrae le essenze di cui si circonda. Si dice che a ben pochi sia concesso metter piede nella sua serra, e nessuno osa muover foglia senza il suo permesso. Chi ci ha provato, ne paga ancora le conseguenze, perché come si sa nelle Lande Selvagge il fiore più colorato è anche quello più mortale. Uni mette spesso alla prova i suoi iniziati e ognuna delle sue parole deve essere pesata con estrema cura.

Tages

In assenza delle Sorelle, che si dice mai sono state viste insieme, il ruolo di Quartiermastro della Camarilla viene svolto da un individuo gobbo e sfuggente, che risponde al nome di Tages, famoso nella Scacchiera per cercare d’interpretare il futuro dalle viscere degli animali. Tages pare in stretto contatto anche con la Camarilla degli Esoteri e con il loro Altomastro, Mordecai, in quanto fornisce loro i resti degli animali sacrificati affinché siano utilizzati per le loro pratiche occulte.

Nel Diagramma

“Forza, resisti, presto starai meglio!” – Che siano maledetti i druidi nonché le loro mosche carnivore! Quella di oggi era un’imboscata e il mio distaccamento c’è piombato come un fico maturo dall’albero. I perniciosi parassiti mi sciamano sul volto e i loro morsi crudeli mi straziano. Trascino a fatica una mia compagna d’arme, lei è messa molto peggio di me… il volto enfio e incrostato di sangue, sento il respiro ridotto a un rantolo stentato.

La gente del Vico si apre davanti a noi per lasciarci passare. Pochi cercano d’aiutarci, molti si discostano da noi per timore di condivider il medesimo maleficio. Non abbiamo bisogno di codesti bifolchi… la nostra Masnada ha già ottenuto i favori della Camarilla. Loro ci stanno aspettando. La mia compagna emette un gemito di dolore e si affloscia tra le mie braccia.

“Merda, Amani, non devi cedere ora!” – Con le mie ultime forze riesco a raggiunger la piazza centrale del vico, dove si stanno riunendo i Liturghi. Stanno organizzando il rito per bandir questa piaga… un gruppo di officianti sta delimitando una vasta area che comprende tutta la piazza, mentre io e lei crolliamo esausti al suo interno. Altri, vicino a un grande falò ardente, stanno vergando su pergamena i gesti e le frasi necessarie per canalizzare il mistico potere. Ecco, con l’avvento degli ultimi tutti i Focus sono disposti… verso di noi s’appropinqua una donna col volto coperto da una maschera. La riconosco, è una delle Tre Sorelle che hanno creato per prime l’arte della Matrice, e che tuttora dividono il ruolo d’Altomastro. Tra le sue mani stringe una salamandra scarlatta.

Amani giace sul pavimento di terra battuta… le copro il volto con la cappa senza però riuscire ad allontanare le mosche voraci, poi alzo il viso a incrociare lo sguardo della bella Uni attraverso la maschera che indossa. Ella estrae dalle pieghe della veste le monete rituali. Adesso, sfidando il fato con i loro sorteggi, sarà tracciato l’occulto Diagramma il cui potere è in grado di amplificare così come di stravolgere l’effetto del rito. In ben pochi però conoscono a fondo il significato di tali simboli esoterici e i prodigi che ne possono scaturire.

La Sorella pone la salamandra al centro del rito, poi si rivolge all’élite del nostro contingente: “Gli occulti segni sono stati scritti, dirigetevi dunque al falò che abbiamo allestito al loro centro. Per eliminar gli insetti che vi perseguitano è necessario immolarli nelle fiamme. Se il rito sarà propizio, voi beneficerete della resistenza della salamandra…” – Il suo sorriso enigmatico ci lascia per un attimo macerare nel dubbio. “Ora solo l’azzardo può sancir la sorte vostra!”

Non abbiamo scelta. Sollevo di nuovo la mia compagna e insieme ci dirigiamo verso le fiamme. Un passo e saremo salvi… oppure periremo tra quelle braci.