All’interno di queste terre selvagge molteplici figure hanno assunto, volenti o nolenti, il titolo di “pezzi irrequieti”, ossia soggetti ostili in grado di sovvertire il fragile equilibrio che vige nella Scacchiera.
I più comuni pericoli che capita incontrare mentre si calcano le vie che conducono da un Vico all’altro sono le Cricche: mercenari svincolati dalla regola delle Masnade nel migliore dei casi, oppure bellicosi briganti nel peggiore. La loro esistenza è talvolta garantita dagli scarsi ingaggi che esigono per soddisfare le commesse degli Altomastri, i quali non sempre sono disposti a pagare i cospicui salari delle Masnade. Per contro la loro inaffidabilità è cosa nota a chiunque li abbia incontrati, senza dimenticare lo scarso valore che attribuiscono all’incolumità dei propri membri. Ogni Cricca si forma attorno a un condottiero, il quale guida i suoi compari con intimidazione e violenza. Raramente i sottoposti superano la ventina di elementi; alcune Cricche sono composte solamente da membri di una determinata regione di Whanel, altre possono essere composte solo da una determinata razza. Si vocifera anche di Cricche composte da creature che hanno ben poco di umano o altre avvezze a pasturare troll onde indurli ad aggredire le vittime delle loro imboscate. La legge del più forte, molto spesso, è l’unica lingua che individui di questa risma comprendono e per accaparrarsi l’oro degli Altomastri sono disposti ad arrivare alle armi con chiunque incrocia la loro marcia.
Un pericolo che nessuno dovrebbe mai sottovalutare mentre esplora il territorio sono i troll, creature antropomorfe dalla stazza enorme, contraddistinte da un’insaziabile voracità, una forza spropositata e un istinto malevolo. Le loro origini sono ignote e qua nelle zone brutali possono essere rinvenuti in grande numero, sempre spinti dalla brama di divorare ogni creatura che abbia la sventura d’imbattersi nelle loro scorribande. I troll in genere cacciano da soli, anche se talvolta capita che gli esemplari più deboli, detti “spazzini”, seguano uno dei loro simili onde nutrirsi dei pochi avanzi che egli si lascia alle spalle. Si dice non esista un troll uguale all’altro; le loro carni possiedono un inesauribile vigore, spesso vincolato da un’occulta forma di ‘simbiosi’ con il territorio in cui vivono. Molto spesso avventurieri fin troppo sicuri di sé, convinti di conoscere il punto debole di una di queste creature, sono stati fatti a pezzi dopo che ogni singola piaga o parte mozzata è guarita innanzi al loro sguardo attonito. Voci di alcuni sopravvissuti, fuggiti a stento dalle tane di questi mostri, narrano di un troll di eccezionali proporzioni verso il quale persino questi sanguinari bruti sembrano mostrare una primitiva forma di reverenza.
All’ombra dei loro Cromlech, megaliti infissi nel suolo a formare santuari, nella regione più occidentale della Scacchiera, i druidi, guidati dagli Ierofanti, loro guide, adocchiano con sospetto le attività dei nuovi coloni e le loro fortificazioni. Questi individui schivi e misantropi hanno più volte scatenato le loro ire sui Vichi eretti troppo vicino alle loro selve, soggiogando le forze della natura per abbatterne le mura e bandire le “genti civili”. I pochi superstiti narrano di sciami d’insetti, di ogni forma e colore, calati dal cielo e sorti dalla terra al richiamo di uno solo di questi sciamani. A tal proposito alcuni hanno rivelato di averli visti comunicare tra loro con una sorta di linguaggio ticchettante e che alcuni avessero addirittura fattezze d’insetto antropomorfo. In verità si sa ben poco dei druidi che vivono in questa regione e si pensa che fossero già insediati nel territorio quando il primo pioniere si avventurò oltre l’Ovestvallo. Per certo il loro odio è principalmente rivolto verso i Vichi e chi li abita, ma non esiste Masnada che non abbia dovuto battere in ritirata una volta scoperto che un determinato luogo fosse sotto la loro protezione. È altresì vero che qualche viandante sperduto ha ricevuto da loro ausilio purché accettasse di lasciar per sempre i confini della Scacchiera. Nell’enigmatica società dei druidi l’autorità spesso segue l’età degli adepti e non a caso le loro guide sono venerandi decani, detti Ierofanti. Al medesimo tempo nelle selve della Scacchiera si vocifera di una misteriosa figura, detta Regina Cremisi, la quale è additata come indiscussa reggente delle cerchie sciamaniche.
Ai druidi sono strettamente legati i cosiddetti Flagelli: individui nei quali per ignoti motivi si manifesta uno straordinario potere affine alla magia sciamanica (Totem). Costoro tuttavia sono a stento consapevoli dei portenti che invocano e, non potendo controllarli, finiscono per divenir autentiche calamità. La gente dei Vichi ha appreso a proprie spese a riconoscere gli atroci segni della comparsa di un Flagello, quali morie di bestiame, pestilenze o invasioni di parassiti. Qualora il presunto responsabile sia identificato, la sua sorte è inevitabilmente il linciaggio o l’esilio, indipendentemente da legami di sangue, amicizia o stima. Gli stessi druidi rivolgono una caccia spietata ai Flagelli, ritenendoli un’incarnazione della natura più crudele e spingendoli a nascondersi in luoghi dove nessun altro potrebbe sopravvivere. Così i Flagelli si tramutano nei ‘mostri’ che ciascuno vede in loro: protagonisti delle cupe fole che tanto terrorizzano i bambini nei Vichi, come orchi dediti a rapir infanti o streghe che possono scoperchiar il tetto di una casa col loro fetido respiro.
Pochi anni sono passati dalla caduta di Falcon e nessuno sano di mente crederebbe che i fanatici accoliti dei Quattro siano svaniti nel nulla. Non a caso molti sono fuggiti oltre l’Ovestvallo, forse guidati da uno dei loro leader più temuti, animati dal morboso desiderio di recuperar le forze allo scopo di sovvertire il neonato Regno. Spettri disincarnati e nefandi demoni della Piaga accompagnano i loro passi, seminando morte e disperazione al loro passaggio. I più folli accoliti si lasciano possedere da tali entità, rinunciando alle loro facoltà mentali per lasciarsi alle spalle ogni timore, dolore e debolezza. Molti coraggiosi persecutori di superstiti imperiali sono caduti vittima di quelli che dovevano perseguire. Il loro irriducibile fanatismo li rende più pericolosi di un anziano troll e le loro ammalianti promesse irretiscono le menti più semplici, tramutando anche il più onesto degli uomini in un burattino privo di volontà. Le loro tattiche sono un continuo mordi e fuggi, assalti e sotterfugi, al fine d’assicurarsi beni con cui rimpinguare la propria setta, la quale di giorno in giorno acquisisce proporzioni a dir poco allarmanti.